Il problema della Colombia con i guerriglieri minorenni
Sono molti nei gruppi armati e da tempo si dibatte se sia legittimo per lo Stato attaccarli e ucciderli, insieme agli adulti

Sono molti nei gruppi armati e da tempo si dibatte se sia legittimo per lo Stato attaccarli e ucciderli, insieme agli adulti

Invece che adularlo, da mesi Gustavo Petro scambia accuse e ritorsioni: i rapporti fra i due paesi sono diventati pessimi




Santa Rosa de Yavarí si è formata quando gli accordi sul confine erano già stati fatti: oggi la sua sovranità è dibattuta

In una lettera pubblica che ha creato un grosso scandalo, e fatto ripartire vecchie speculazioni su Gustavo Petro

Il presidente Gustavo Petro ha fatto un accordo con una frangia della guerriglia, ma l'obiettivo finale rimane lontano

Negli ultimi tre mesi sono cambiati 13 ministri, e a circa un anno dalle prossime elezioni non è riuscito ad attuare molte delle riforme promesse

Il presidente ha scelto un nuovo capo di gabinetto molto discusso e tenuto una riunione in diretta tv in cui ha criticato tutti i ministri, chiedendone poi le dimissioni

Dopo una strage compiuta a metà gennaio dall’ELN, un gruppo armato colombiano vicino al regime di Nicolás Maduro, in cui erano state uccise almeno 80 persone


«Ogni volta che me ne parlano, mi ricordo di quando un ragazzino di diciannove anni che era stato paramilitare mi raccontò come aveva squartato viva una ragazza. Da quando il presidente Petro ha nominato diciotto “gestori di pace”, la Colombia si è divisa tra quelli che abbozzano e quelli che si chiedono con che coscienza si può affidare la pace a criminali che hanno costretto a vivere nella paura, ucciso e fatto sparire nelle fosse comuni decine di migliaia di persone»

Gustavo Petro, di sinistra, è stato contestato da decine di migliaia di persone per la riforma del settore sanitario e per i colloqui di pace con i gruppi politici armati

Negli ultimi tempi il presidente argentino ha litigato con toni assai coloriti e violenti con molti leader di sinistra della regione, che molto spesso hanno ricambiato gli insulti


Non è chiaro quali funzionari dovranno andarsene: l'annuncio è stato fatto dopo che il presidente argentino Javier Milei ha insultato, di nuovo, il suo omologo colombiano Gustavo Petro, definendolo un «assassino terrorista»

Alle elezioni locali di domenica è andata male e non ha vinto in nessuna grande città: i partiti tradizionali sono tornati a vincere


