La chiamavano lotta di classe
«Oggi solo evocare il nome di quell’autostrada indica qualcosa di vecchio. Di novecentesco. Da casello a casello, nessuno la percorre più»

«Oggi solo evocare il nome di quell’autostrada indica qualcosa di vecchio. Di novecentesco. Da casello a casello, nessuno la percorre più»

Che sia un braccio, o una gamba, o un pezzo di una delle due: da dove comincia la storia che porterà un ragazzino disabile dentro un esoscheletro a tirare il calcio d'inizio dei Mondiali

Il ministro dell'Interno Piantedosi vuole procedere con una serie di sgomberi, mentre la giunta pensa a come aiutare gli inquilini

«Le cose finiscono perché è giusto che finiscano: per consunzione, abbandono – una volta in Argentina ho visto una città abbandonata – sommersione da liane o da over turismo. Poi quel pensiero: a cosa serve? Cosa fare di un cimitero abbandonato? Cosa può fare lui per noi? Chiedo a chiunque mi capiti a tiro. Un giardino di rose? Un campo di lavanda? Una macchina da soldi: lo affitti per le notti di Halloween. La gente impazzisce per Halloween. Su dalla Romagna verranno a centinaia, son gente che per divertirsi fa qualsiasi cosa. Metti musica da paura, candele e torce e a mezzanotte irrompi vestito da zombie»

«Se fin dagli inizi del secolo scorso la cultura della città pare aver smussato gli spigoli dello stigma della malattia mentale, oggi questo insistere su “Trieste-la repubblica dei matti”, “Trieste, se no xe mati no li volemo” sta riducendo un lungo e sofferto percorso a slogan, la città a brand e la pazzia a vezzo, e questo non mi convince affatto. Mitizzare è un modo come un altro, solo apparentemente più nobile, per svuotare di significato la storia e le persone che hanno fatto la storia»
