Gli alti e bassi di Renoir
Salgono Monet, Giacometti, Calder e Basquiat; scendono Van Dongen, Bonnard, Munch e Hirst

Salgono Monet, Giacometti, Calder e Basquiat; scendono Van Dongen, Bonnard, Munch e Hirst

Il lander britannico lanciato 11 anni fa smise di comunicare con la Terra, nessuno sapeva dove fosse finito: ora lo abbiamo visto in foto

In due anni da direttrice creativa ha lanciato una linea innovativa di gioielli e un'altra ispirata alla tradizione e al celebre cuore disegnato da Elsa Peretti

È spesso meccanica o fatta di materiali problematici – talvolta perfino vivi – che bisogna decidere se manutenere o far andare a male

La storia e le foto più belle della cantante di Barbados che è anche un'icona pop e di moda, una filantropa e un nuovo modello di donna

Una mostra in provincia di Parma raccoglie decine di esempi di una consuetudine della pittura europea tra Quattrocento e Seicento, che aveva più funzioni

Filippomaria Pontani racconta il film dell'artista cinese sui migranti, e quello che gli manca

Storia di Anna Sorokin, che truffò per mesi banche, hotel, ristoranti e amici per entrare nell'alta società newyorkese, riuscendoci

«Varco per l'ennesima volta il limitare del braccialetto arancione al Monoblocco, là dove ti misurano la febbre e ti controllano il Green Pass: ho iniziato a venire qui, per il quarto d’ora di visita quotidiano, in giacchetta leggera di settembre, nel frattempo le foglie sono ingiallite, sono cadute tutte»

Quarant'anni fa fu presentato il primo modello, nato da una serie di intuizioni che si presero un posto nella cultura popolare


«Faccio un pronostico. Vedremo presto bambini con il cellulare spento e magari un libro accanto. Sono i figli dei ricchi. E vedremo bambini con la faccia eternamente impastata nella luce fredda dello smartphone. Sono i figli dei poveri»

Nei fatti decide cos'è e cosa sarà, con le sue politiche aziendali e la sua egemonia sui dispositivi: ed è un problema, spiegano gli analisti

«Il 2 aprile 1984 i Queen, travestiti da casalinghe inglesi, lanciarono una canzone che era un grido di liberazione: "I Want To Break Free". Poi arrivarono gli Smiths, i Pet Shop Boys e i Culture Club. Ma la vera esplosione arrivò a ottobre, quando uscirono i Bronski Beat, Depeche Mode, Frankie Goes To Hollywood e Madonna. Nel giro di pochi mesi “l’amore che non si può dire”, come lo aveva battezzato un secolo prima Oscar Wilde, si dichiarava orgogliosamente al mondo. Fu la vera nascita del “pride”. Attraverso quelle canzoni l’omosessualità maschile entrava in scena in quanto esplicita produttrice di musica, cultura e immaginario. L’inizio di quell’onda continua ancora oggi, ma è talmente sovrapposta al paesaggio culturale e ai consumi da esserne ormai indistinguibile»
