Conseguenze

In questi ultimi giorni ho letto di varie aggressioni a persone o coppie gay o comunque non conformi; la scorsa settimana la storia di Maria Paola, “colpevole” di amare Ciro, un ragazzo transgender, e per questo vittima insieme a lui di una serie di minacce e violenze da parte della propria famiglia, per lei terminate con la morte mentre il fratello inseguiva i due ragazzi in moto, insultandoli e minacciandoli.
Anche sull’uccisione di Willy Duarte a Colleferro rimane il sospetto che nella scelta della vittima, su cui continuare ad accanirsi anche quando era esanime a terra, abbia avuto un ruolo anche il colore della pelle.
Quando leggo queste notizie mi torna sempre in mente un vecchio episodio di cui sono stato testimone molti anni fa.
Un tizio scese dalla propria auto ferma all’incrocio e, senza dire un parola, cominciò a pestare un ragazzo (credo pachistano) che era a cavallo di una vecchia bicicletta, solo perché si era permesso di lanciargli un’occhiataccia per la mancata precedenza.
Io e un’amica eravamo nell’auto dietro. Scendemmo a interrompere l’aggressione (e fummo i soli).
L’aggressore se ne andò furibondo. Il ciclista ci disse che faceva il lavapiatti in un pub lì vicino e non volle che lo accompagnassimo all’ospedale né che chiamassimo i carabinieri.
Non sapendo quale fosse la sua situazione legale, non insistemmo. Lui, dolorante, si rimise in sella alla bici e si allontanò.
A parte la stupidità dell’automobilista, non ho dubbi che se il ciclista fosse stato bianco e non avesse avuto l’aria povera, le cose sarebbero andate diversamente.
L’idea che esistano membri di classi sociali o minoranze per i quali è lecito non provare empatia o addirittura farne con facilità vittime di violenza è un male insidioso che da sempre avvelena le società e le culture; c’era prima di Salvini, dei social e degli slogan delle destre, è un malessere che si nutre di ignoranza, risentimento sociale e pregiudizio, e in questo modo cresce e diventa odio.
Lo si combatte solo continuando, senza mai arrendersi, a proporre modelli culturali di inclusione e tolleranza, e dando a più persone possibili gli strumenti sociali per acquisire questi modelli.
In una democrazia moderna è fondamentale che tutte le forze politiche, indipendentemente dal colore, non smettano mai di promuovere l’idea che siamo una comunità in cui ci si deve proteggere a vicenda e prendere cura l’uno dell’altro, a prescindere da religione, censo, colore della pelle, genere o scelte affettive.
Cavalcando e alimentando paura e pregiudizio, e generando odio, le attuali forze politiche di destra tradiscono il loro stesso mandato democratico.

Stefano Tartarotti

Pigro e diversamente tricotico disegnatore, a vent'anni ho cominciato a lavorare per l'editoria come illustratore. Disegno strip per Singloids e le storie di "Caro diario" per il mio blog. Da poco è uscito un librone-raccolta che comprende parte delle storie già postate e altre inedite. Suona come una televendita? Ok, un poco lo è.