I nuovi intellettuali
Ripenso al Salone del Libro di Torino, per il quale il lavoro mi ha portato ad aggirarmi la scorsa settimana, per gran parte della durata. Il consuntivo è meno catastrofico del previsto, dal momento che ho una specie di idiosincrasia per qualsivoglia genere d’evento fieristico. Sarà la disabitudine, sarà che le cose cambiano, ma la prevalenza delle parole che in questo posto deflagra e regna sovrana, le argomentazioni, diversissime tra loro, che si stratificano, si connettono, si contaminano e si disturbano, mi sono suonate più gradevoli, meno aggressive e fastidiose di quanto temessi. Si parla, si dice, si promette, perfino qualcosa s’impara. Mica male, per quanto il rimbombo sia notevole, sullo sfondo.