La casa dei nazisti, a Roma
Dal momento che mio figlio fa gli allenamenti di pallacanestro girato l’angolo, ho annusato l’aria un paio di volte e poi alla terza sono entrato, perché non appena cominci a farle, certe cose che sembrano faticose ma necessarie, hai un sollievo e come un senso di ripartenza. Insomma, invece di bighellonare tra bar e negozi di computer, risalendo su da Via Manzoni, a Roma Esquilino, sono arrivato a metà di Via Tasso e sono entrato nel Museo Storico della Liberazione, che consiste principalmente nel permettere l’accesso e – “americanamente” parlando – “l’esperienza” delle carceri naziste che ebbero sede, durante i nove sventurati mesi d’occupazione tedesca della Capitale, proprio a quello sventurato indirizzo di Via Tasso 154/155, destinato a Comando della Sipo con annesse celle per i detenuti (e poi magazzini e alloggi per ufficiali e sottoufficiali delle SS).