Ieri notte in tv
Due momenti che ci hanno scosso dal torpore tv della notte scorsa.
1. Sui titoli di coda di “Annozero”, dopo due ore di ciacole, l’intervento strillato dall’operaio dei Fincantieri di Stabia, che ha condensato in trenta secondi di rabbia ciò che pensa, consciamente o no, la maggioranza: non frega niente di sentir parlare dell’appartamento di Montecarlo e vedere dimenticate le questioni sostanziali, solo perché sono scomode, dolorose e non sottostanno al canone del gossip. Come scrive David Brooks sul “NY Times” di oggi in un magnifico Op-Ed, siamo al cospetto d’un clamoroso caso di deficit di responsabilità, perchè ciò che sembra appassionare e occupare la classe politica è completamente diverso da ciò che provoca paura e rabbia nel resto del paese. Da noi ciò è più vero che in America. E anche il programma di Santoro non s’è sottratto alla regola, per quanto quel fiotto di parole incacchiate prima di sfumare abbiano descritto un istante di verità assoluta.
2. Il passaggio, tanto strombazzato, di Joaquin Phoenix al “David Letterman Show”, per chiudere il cerchio della beffa culminata con la docufiction “Im Still “Here” è stato invece un momento di loffiaggine distillata. L’atteggiamento dell’attore voleva essere cool – del tipo: ma com’è possibile che non ve ne siete accorti? Visto che valeva la pena di prendervi in giro, poiché da una celebrity di Hollywood siete disposti a tollerare perfino l’assurdo? – ma alla fine, con la complicità sorniona e un po’ stronza di Letterman, è apparsa soprattutto come l’atto finale di un’operazione narcisistica e viziata. Joaquin ha ricominciato a fare il belloccio che la sa lunga, quello del giro dei giusti, dinsincantati, ironici e terribilmente fighi. Aspetta che rifà Commodo in gonnellino e sandaloni, e sai le pernacchie.