Le Mama Grizzlies di Sarah Palin
I 2 minuti video coi quali Sarah Palin presenta il suo manifesto delle “Mama Grizzlies” – le mamme orse che quando annusano il pericolo per i loro piccoli si tirano su sulle zampe posteriori e si preparano alla battaglia senza quartiere – in un certo senso racchiude e stabilizza quella che era una tendenza serpeggiante nell’universo preelettorale dell’America conservatrice, in vista del voto di medio termine a novembre. Come d’abitudine nel caso della Palin – il “pitbull col rossetto”, nell’edizione 2008 delle presidenziali – la sua rappresentazione ha pochissimo di politico e tanto di emotivo: qui l’intuizione del suo staff ruota attorno al crescente interesse dell’opinione pubblica americana verso le figure politiche emergenti femminili (al fianco di Sarah, ad esempio, Nikki Haley, probabile futura governatrice della South Carolina). Le “mamme-orso” sono un prodotto del disinvolto immaginario che punta all’attenzione dei tea parties e del suo desiderio di anti-convenzionalità. E la mamma preoccupata per il futuro dei suoi cuccioli è un’immagine funzionale alla protesta spazientita di quest’area (per ora) irregolare della politica Usa.
La Palin inaugura così, ufficiosamente ma strategicamente, il suo posizionamento sull’obiettivo a lungo termine: la nomination repubblicana, o comunque una credibile candidatura nel cuore della Right America. Conviene dare un’occhiata a questo video delle Mama Grizzlies: è pura postpolitica, pura seduzione passionale, puro richiamo all’associazionismo spontaneo e populista. E sarà uno dei linguaggi che imperverserà nei prossimi due anni della politica Usa, dove alle questioni serie verrà costantemente contrapposta la seduzione e l’immaginario delle “celebrities”.