Immagini dalla manifestazione leghista a Milano
C’è qualche immagine della manifestazione della Lega di sabato a Milano che rimane impressa più di altre. Almeno a me.
Prima immagine: sul palco, in piazza Duomo, ad arringare la folla, c’è anche Mario Borghezio. Per ricordarlo, Borghezio è quello che spiegò come alcune delle idee di Anders Breivik, lo stragista di Utoya, fossero buone, alcune ottime. Disse anche che parte dei norvegesi quella strage se l’era andata a cercare. Morirono sull’isola di Utoya 69 ragazzi tra i 14 e i 20 anni. Per quelle frasi Borghezio fu sospeso dalla Lega. Altri tempi, ora è più in auge che mai. È europarlamentare, eletto nel Lazio, grazie ai voti e alla campagna elettorale di Casapound. Borghezio, prima di approdare alla Lega faceva parte di organizzazioni neofasciste. Con altri produceva anche un giornalino antiebraico dal nome pesante: Jihad.
Seconda immagine: a un certo punto nello spezzone fascista (dichiaratamente fascista) del corteo è comparso un labaro di Avanguardia Nazionale, organizzazione fuorilegge dal 1976. Per inquadrarla, Avanguardia Nazionale fu tra le altre cose parte attiva nel tentativo di golpe di Junio Valerio Borghese. Tra i fondatori fu Stefano delle Chiaie il cui nome compare in tutte le inchieste italiane sulle stragi nere. Delle Chiaie, fuggito dall’Italia, fu anche fedele collaboratore di Pinochet in Cile.
Il labaro di Avanguardia Nazionale era presente alla manifestazione indetta da Matteo Salvini, esposto tra l’altro a poche centinaia di metri in linea d’aria da piazza Fontana. E pensare che Umberto Bossi per vent’anni ha faticato a ripetere che la Lega con i fascisti non ha nulla da spartire e che, anzi, i fascisti vanno cacciati a calci in culo. E poi che lui, Bossi, è nipote di partigiani, altroché.
La terza immagine, per me la più sorprendentemente grottesca, emerge da una cronaca scritta su Fascinazione, blog a cura di Ugo Maria Tassinari. C’è il racconto della manifestazione leghista fatto da una persona che c’era, e con convinzione. È interessante leggerlo: questa persona è diventata piuttosto nota sui giornali italiani perché da esponente della destra radicale è andato a combattere contro i russi nel Donbass. A combattere nel vero senso della parola: ha fatto parte, assieme a fascisti di tutta Europa, del battaglione ucraino Azov, apertamente filonazista. Quindi, un fascista italiano che combatte militarmente i russi sfilava a Milano dietro i ritratti di Putin a cui inneggiavano i leghisti, alcuni dei quali con colbacco solidale (perché come con logica spiega Salvini, la lega sta dalla parte dei popoli che scelgono l’indipendenza).
Insomma, un gran casino.
Sono tre immagini, tre flash in mezzo a tanti altri, molti contraddittori tra loro. È indubbio che la manifestazione di sabato è stata un’imponente prova di forza e che Salvini sta facendo, dal suo punto di vista, un gran lavoro. Intorno alla Lega si sta costruendo un blocco consistente che fa riferimento, come in molti altri paesi europei, alla destra più radicale. All’orizzonte non c’è nulla di buono.