Gli ultras e la fidelity card
Adesso arriva la fidelity card, la tessera del tifoso sparisce. Ho letto titoli che dicevano “Gli ultras gioiscono, hanno vinto”. L’ha detto anche Maroni. Mah, io di ultras festanti non ne ho visti. Non si capisce bene che cosa sarà la fidelity card del tifoso, probabilmente in qualche modo ricalcherà le funzioni della tessera del tifoso. Che, dice l’ex ministro Maroni, ha portato importanti risultati. Non c’è motivo per non credergli. Ieri guardando in Tv Inter-Marsiglia ho sentito continue esplosioni di quelle che generalmente vengono chiamate “bombe carta”. Come sono entrate a San Siro? Non da sole. Immagino che qualcuno le abbia portate dentro e che forse, ai cancelli, qualcuno non abbia controllato. Durante Roma-Lazio ci sono stati pesanti cori razzisti contro Juan, giocatore giallorosso. Non risulta ci siano state denunce. In Inghilterra per un fatto del genere i tifosi individuati sarebbero finiti in tribunale. Ero allo stadio durante un Inter-Lazio di qualche anno fa, era il 25 aprile (o la vigilia, non ricordo), i tifosi laziali esposero uno striscione bello grande che recitava “25 aprile lutto nazionale”, nessuno si sognò da farlo togliere e molti della curva nord interista applaudirono. Ma allora la tessera del tifoso non c’era ancora.
Dice ancora l’ex ministro Maroni che con la tessera del tifoso gli spettatori sono aumentati. Dello 0,9 per cento. Il capo della polizia, Manganelli, ha detto che “la nuova tessera manterrà inalterate le sue caratteristiche fondamentali già evidenziate negli ultimi due campionati, a cominciare dalla necessità del suo possesso per le trasferte e gli abbonamenti”. La vecchia tessera era fornita dalle società sportive dopo il permesso della Questura che segnalava la presenza di motivi che ne impedivano il rilascio. Per capirci, un soggetto colpito da Daspo (Divieto di accedere a manifestazioni sportive) oppure che aveva una condanna anche di primo grado, non poteva richiedere la tessera del tifoso (sul fatto che poi questi soggetti non vadano in trasferta o non entrino allo stadio ci sono sensati dubbi). La tessera era inoltre rilasciata solo ai possessori di carte di credito: conteneva un microchip attraverso cui era possibile ricevere i dati a distanza. Era di fatto una tessera commerciale. Con fototessera, anche se il garante della privacy aveva dato parere contrario. Nel dicembre scorso il Consiglio di Stato ha dichiarato la tessera “illegittima”. Come sarà la nuova tessera ancora non si è capito. Sembra che sia allo studio la possibilità di acquisto dei biglietti per altre persone e la possibilità di cessione a terzi. È allo studio anche l’abolizione della vendita di biglietti per il settore ospiti il giorno della gara ai botteghini dello stadio.
I dati del Ministero dell’Interno dicono comunque che sono diminuiti i reati all’interno degli stadi ed è diminuito il numero di agenti delle forze dell’ordine feriti. Quello che non è diminuito sicuramente è la potente egemonia della criminalità organizzata all’interno delle curve. Succede a Milano, Roma, Napoli, Torino. La criminalità organizzata, alleata spesso alle formazioni della destra radicale, controlla le curve. E quindi gli affari delle curve. È un cambiamento avvenuto negli ultimi anni e che è stato denunciato anche dal capo della polizia. Tutto questo è raccontato bene da un libro scritto da Giorgio Specchia, Il teppista, che descrive la storia di Nino Ciccarelli, uno degli elementi di spicco della storia della curva nord milanese, quella interista. Un altro libro, Fascisti a Milano, di Saverio Ferrari, spiega bene gli affari che girano intorno alle curve, dalla vendita dei biglietti e di tutto il materiale ultras fino allo spaccio di droga. Sono soldi importanti e relativamente facili, ovvio che la criminalità organizzata abbia voluto metterci le mani eliminando chi si opponeva all’occupazione militare delle curve. Chi ci provò, come la Fossa dei Leoni della curva sud milanista, venne letteralmente fatto fuori: minacce di morte per chi avesse rimesso piede allo stadio.
Quello che fa più pensare è che se si vanno a guardare le fotografie delle feste di fine campionato organizzate dai gruppi ultras capeggiati dai malavitosi, vedi sempre il calciatore o il dirigente a braccetto con questi personaggi. Accade a Milano, a Roma, ovunque. Certo, ci vuole coraggio per i dirigenti delle società per sottrarsi a ricatti costanti e sottintesi, per voltare le spalle alle curve. Tanto più che spesso gli ultras fanno comodo. Vuoi mandare via quel giocatore o quell’allenatore? Che cosa c’è di meglio di una contestazione dura?
Che l’ordine malavitoso regni nelle curve è un problema di cui nessuno sembra occuparsi. Ed è un problema a cui nessuna tessera del tifoso può porre rimedio. Così come è difficile che qualsiasi tessera da sola riporti la gente allo stadio. La gente non va allo stadio perché i biglietti costano uno sproposito. Una famiglia di tre persone che voglia vedere Inter-Atalanta domenica prossima a San Siro spende 110 euro al secondo anello. Se vuole vederci bene e andare al primo anello deve sborsare più di 200 euro. Tanto. Questo accade ovunque, in stadi che fanno schifo e sono vecchi, da buttare (a parte quello dello Juventus, il primo stadio moderno di proprietà). Per il resto il panorama è desolante con servzi che per le persone normali e che non vanno in tribuna vip fanno letteralmente schifo (a proposito, avete mai visitato i bagni di San Siro?)