Borghezio e il Jihad
Non è che io sia fissato con Mario Borghezio però mi è già capitato di scriverne qualche tempo fa. Fu quando disse che molte delle idee di Anders Brevik erano buone, alcune ottime. Il giorno prima Brevik, a Oslo e sull’isola di Utøya, aveva ammazzato 76 persone. Borghezio disse anche che una parte dei norvegesi, come i socialisti, quella strage se l’era andata a cercare. Per questa storia dovettero sospenderlo per tre mesi dal suo partito, la Lega. Lui disse di non capire il provvedimento «ma da buon soldato padano, obbedisco», spiegò.
Ora Borghezio ha pensato bene di aderire a un’iniziativa che si chiama “Ritorno a Camelot” e che si tiene a Verona, in questi giorni. A organizzarla è il Veneto Fronte Skinheads, partecipano i movimenti della destra radicale e antagonista. Ci saranno anche nazionalisti fondamentalisti serbi e quelli della Volkstaat, che si battono per l'”indipendenza della nazione boera” in Sudafrica. Si tratta di un raduno politico di militanti della destra fascista.
Veneto Fronte Skinheads ha tra i suoi cavalli di battaglia la lotta contro l’immigrazione. Contro gli immigrati, soprattutto. Pochi mesi fa ha partecipato alle proteste contro la chiesa luterana responsabile della chiesa di Wunsiedel che aveva deciso di cremare il corpo di Rudolf Hess e di disperdere le sue ceneri in mare. Sul sito di Veneto Fronte c’è scritto: «per anni abbiamo partecipato al raduno di commemorazione per Hess e ora lo gridiamo nuovamente: Rusolf Hess, mai dimenticato».
A “Ritorno a Camelot” suoneranno gruppi come Legittima Offesa, Gesta Bellica (quelli che cantano «Tu ebreo maledetto / che ti arricchisci sulla pelle degli altri / che speculi sulla gente / sulla gente che non ha niente») , Testudo e così via. Ad aprire la due giorni sarà Maurizio Boccacci, fondatore di Militia, il gruppo che va in giro per Roma a fare scritte del tipo “27-1 non c’è memoria” oppure “Alemanno Pacifici Roma-Auschwitz solo andata” e ancora “Minime in Italia. Milano -1. Castel Volturno -6”. Boccacci era tra quelli che il 20 novembre del 1994, a Brescia, durante la partita Brescia Roma, attaccò la polizia: un vicequestore, Maurizio Selmin, si beccò una coltellata all’addome e rischiò di morire. Quel giorno allo stadio non c’erano solo tifosi romanisti, c’erano anche laziali e militanti fascisti a cui della partita non fregava nulla: l’attacco alla polizia era programmato. Boccacci fu arrestato e condannato.
Ecco, Maurzio Boccacci aprirà la manifestazione, poi parlerà anche Mario Borghezio. Che tra l’altro ha nella sua storia alcuni aspetti curiosi. Tra fine anni Ottanta e primi anni Novanta militava in un gruppo che faceva capo alla rivista Orion: il gruppo, nei quali c’erano ex di Ordine Nuovo, stampava una rivista di ispirazione anti israeliana che si chiamava, udite udite, Jihad. Insomma, allora era filo arabo.
Borghezio è un europarlamentare della Lega. Non mi rappresenta e non me ne frega nulla di lui, casomai è un problema degli elettori della Lega. Però va conosciuto per quello che è e per le simpatie politiche che ha e che sicuramente non nasconde. Altro che Padania.