Heidi, Lazlo e la strage di Bologna
C’è una notizia parecchio importante che è passata un po’ inosservata: a Bologna ci sono due nuovi indagati per la strage alla stazione del 2 agosto 1980. Sono due tedeschi, si chiamano Thomas Kram e Christa Margot Frohlich, hanno 63 e 69 anni. Erano militanti del gruppo che faceva capo a Ilìch Ramirez Sanchez, venezuelano, che noi, e tutto il mondo, conosciamo come Carlos (lo chiamavano lo Sciacallo, su FX c’è stata, questa primavera, una miniserie fatta piuttosto bene). Carlos è all’ergastolo in Francia: negli anni Settanta e Ottanta era attivo come capo del braccio armato del Fronte popolare di liberazione della Palestina di George Habash. Ma andava dove lo chiamavano, e lo pagavano: costruì rapporti con il KGB e la Stasi, con i servizi segreti romeni, lavorò per Saddam Hussein, fu in Libano, Sudan, Libia, Giordania, Siria. Non c’è dittatura araba che non l’abbia assoldato per realizzare attentati. Con i suoi uomini compì omicidi e stragi di gente assolutamente innocente. Quando lo arrestarono, parlò anche dell’Italia. Disse che i servizi segreti italiani avevano trattato con le Brigate Rosse per la liberazione di Aldo Moro, nonostante la contrarietà del governo. Le trattative, secondo Carlos, venero interrotte il giorno prima dell’omicidio di Moro, il 9 maggio del 1978. Disse anche un’altra cosa Carlos, riguardo all’Italia: e cioè che la bomba alla stazione di Bologna era stata messa da servizi segreti americani e israeliani, con l’aiuto di strutture clandestine italiane, per distruggere un carico d’armi destinato ai palestinesi in transito a Bologna. Lo scopo, disse Carlos, era quello di far ricadere la colpa sul Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Non c’è mai stato nessun riscontro a questa storia. Di fatto, però, dal 2005 a Bologna è aperta una inchiesta bis sulla strage: la cosiddetta pista palestinese. Finora il fascicolo era contro ignoti, ora ci sono quei due nomi: Kram e Frohlich, nomi di battaglia Lazlo e Heidi. Entrambi oggi vivono in Germania, sono liberi. Di Kram si sa con certezza che il 2 luglio 1980 era a Bologna, si conosce anche il nome dell’albergo dove si trovava.
Per la strage di Bologna ci sono condanne definitive all’ergastolo per Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, fondatori e leader del gruppo fascista dei NAR. A 30 anni è stato condannato Luigi Ciavardini, anche lui dei NAR. Ci furono poi condanne per depistaggio: per Licio Gelli e per gli agenti dei servizi Musumeci, Belmonte e Pazienza. Per quella strage, Mambro, Fioravanti e Ciavardini si sono sempre dichiarati innocenti. Su questa storia c’è da tempo una polemica pesante, anche a sinistra: c’è chi non vuole sentir parlare di altre piste, la strage è fascista, punto e basta. E c’è chi invece sostiene che sì, quelli dei NAR sono stati assassini infami (Fioravanti salì a cavalcioni di un ragazzo di sinistra, in un giardino di Roma, e gli sparò in faccia), ma che forse la vera e completa storia di quello che accadde il 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna non è ancora stata raccontata.