L’idiozia del male
È uscito un libro sulla storia di quelli che noi conosciamo come Bestie di Satana. L’ha scritto, con l’aiuto di Stefano Zurlo, giornalista del Giornale, Mario Maccione, che era uno di loro. È una storia assurda e carica di una follia difficile anche da immaginare. Maccione racconta di come lui e gli altri, tutti ragazzi e ragazzini della provincia di Varese, si incontrarono e iniziarono a frequentarsi, tra la fiera di Senigallia, il Midnight pub di via Altaguardia, a Milano, i boschi di Somma Lombarda. Descrive le prove di resistenza al dolore con le sigarette spente sulle braccia, gli scambi di gocce di sangue, le orge da scambisti, i riti in cui veniva evocato questo essere demoniaco che chiamavano Noctunomiun, le camerette da ragazzini pitturate tutte di nero, le teste di caprone in plastica. Erano strafatti, si facevano di tutto, e si erano anche dati nuovi nomi: roba come Ferocity, Onussen (il contrario di nessuno), Evol, Lioz, Kill, Isidon, Daemon. Tutto grottesco, ridicolo. Da ridergli in faccia, da dire «ma questi sono completamente scemi». Solo che poi hanno iniziato a uccidere. Hanno ammazzato loro amici, ragazze che non c’entravano nulla, hanno indotto al suicidio chi si ribellava. Hanno agito con ferocia e crudeltà: dopo aver massacrato Fabio Tollis e Chiara Marino intinsero le sigarette nel loro sangue e se le fumarono.
Quello che viene fuori da questo libro non è la banalità del male. È l’idiozia del male. La totale, incredibile, imbecillità del male.