Ho incontrato l’esorcista
La notizia è che è morto don Gramolazzo.
E chi era don Gramolazzo? Il presidente internazionale degli esorcisti. Cioè il capo degli esorcisti di tutto il mondo. Qualcuno (forse molti) si chiederà: ma gli esorcisti ci sono davvero? Ci sono, eccome se ci sono. Lavorano un casino, tra l’altro.
Ne ho incontrato uno un paio di anni fa a Parma, don Pietro Viola. Era distrutto dalla fatica perché ogni martedì scendeva dal suo paesino sull’Appennino per arrivare nella chiesa di San Pietro, in centro. Lì trovava un sacco di gente ad aspettarlo, gente indemoniata, diceva lui. Don Pietro spiegava che aveva bisogno di più tempo, che non ce la faceva ad avere a che fare con tutti, che doveva parlarne con il vescovo.
Mi spiegava che quelle con cui lui ha a che fare sono persone in cura da psichiatri, a volte imbottiti di farmaci. Oppure persone che, invece di andare dallo specialista, vanno da lui, accompagnate spesso dai familiari. Don Pietro mi diceva: «È gente che soffre in questa società, che sta male parecchio, che non trova pace».
Il fatto è che le persone che vanno da lui, uomini e donne, cambiano voce, si gettano a terra, urlano e si contorcono, storcono la faccia. Mi dicevano i ragazzi che lavorano al bar dietro la chiesa che si sentono delle urla tali da far venire i brividi. Si sentono grida folli e don Pietro che urlando a sua volta risponde «Tu sei Ba’ al zebub, sei solo il re della merda».
C’è chi ci crede e chi non ci crede, ma era solo per dire che queste cose non sono solo nei film e che c’è un sacco di gente che sta male e che non sa dove andare. Don Pietro ha più di 80 anni, è uno che con le sue convinzioni dà loro retta e si dà da fare parecchio.
Poi c’è un’altra storia, una storia brutta come però ce ne sono parecchio in giro per l’Italia. A Brescia sono state rinaviate a giudizio 18 persone con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata ai maltrattamenti, sequestro di persona e reati contro il patrimonio. Queste persone erano responsabili e manovalanza di una specie di setta gestita da una santona, F.T, con sedi in vari comuni del Bresciano. La santona attirava tossicodipnendenti, malati di Aids, emarginati e malati psichici di ogni tipo. Li faceva lavorare, senza nessun compenso, per quella che lei diceva essere la “nuova Gerusalemme”. Si faceva pure dare tutto ciò che avevano: si dovevano “spogliare dei loro beni”. Ai malati di Aids venivano dati aulin e aspirina, a volte un antiobitico. Anche quando stavano malissimo dovevano lavorare perché, diceva la santona, il lavoro combatte l’Aids. Se uno se ne voleva andare scattavano le pressioni, i seguaci della setta venivano rinchiusi e minacciati. La santona diceva che i malati erano posseduti dal demonio e che solo lei poteva liberarli.
La santona e i suoi soci verranno processati perché un po’ di ex seguaci hanno avuto il coraggio di denunciarla.