Ma Sansonetti va proprio dappertutto?
Sul sito di Forza Nuova campeggia in questi giorni un volantino che annuncia: Venerdì 5 novembre dibattito con Piero Sansonetti: “Perché sono antifascista – Perché noi no”. L’appuntamento è al Presidio, sede milanese di Forza Nuova.
Nella stesso posto, qualche giorno prima, esattamente il 28 ottobre, ci sarà una cena con partecipazione di reduci della Rsi. Si celebra l’anniversario della marcia su Roma. Con ironia il titolo della serata è “Indovina chi viene a cena”. E con goliardia nera si dice: “La prenotazione è obbligatoria e come da tradizione saranno accettate solo le prime 88″. 88 e cioè HH, Heil Hitler. Che ridere.
Sansonetti è libero di andare a discutere dove e come vuole, ci mancherebbe altro. Lui dice: “Io non pongo nessun limite, l’unico confine è quello della violenza”.
Quindi si può parlare con tutti, in qualsiasi luogo. Anche con chi, per esempio, ha dato la propria solidarietà a Claudio Moffa, il docente di Teramo “negazionista” o, come preferisce definirsi lui, “riformista sull’olocausto”? Anche con chi organizza cene per celebrare la Marcia su Roma? Che poi non è che ci si possa scordare di cosa è venuto dopo la Marcia su Roma e cioè la guerra, i milioni di morti, le leggi razziali… Anche con chi organizza convegni con partiti apertamente filonazisti come lo Jobbik ungherese? Anche con chi celebra Corneliu Zelea Codreanu, il rumeno fondatore del movimento para-nazista Legione dell’Arcangelo Gabriele?
Le domande potrebbero continuare, moltissime. Sono domande, davvero. Sansonetti la sua risposta ce l’ha già: si parla anche con i filonazisti (perché non siamo ipocriti, di questo si tratta: molti militanti di FN, con onestà, saranno pronti a spiegarlo).
Io invece risposte così nette non ne ho. Non lo so se si deve parlare con tutti, ma proprio con tutti.