I bravi ragazzi delle curve
Saranno trent’anni che la storia è sempre la stessa: c’è una partita, le curve fanno casino (Inter-Roma di sabato, fischi al minuto di silenzio per Cossiga e contestazioni alla Tessera del Tifoso), e il giorno dopo sui giornali (qualsiasi giornale), leggi le solite cose, ripetute all’infinito: “È una minoranza di teppisti”, “Sono isolati dal resto degli spettatori”, “Questi non sono veri tifosi”. Ma che significa? Come non sono veri tifosi? Si sparano centinaia di chilometri la domenica per le trasferte, con qualsiasi tempo, succedesse qualsiasi cosa. E sono sempre lì, anche se la squadra fa schifo. Come non sono tifosi? Quelle delle curve degli stadi è una storia davvero complessa, che non si liquida parlando di pochi teppisti.