Lo stupratore, lo psichiatra e Obi Wan Kenobi
Ogni tanto nascono storie così brutte che sembrano impossibili. Sono storie che ti portano a dire «No, non è vero». Poi le segui nel tempo, le inquadri meglio, osservi bene il contorno dei protagonisti, il loro sguardo, le loro parole. E ti accorgi che oltre che brutte sono storie squallide, stupide, a volte grottesche. Il male spesso è stupido, ti fa ridere di rabbia.
Accadde meno di una anno fa, vicino a Vicenza, a Chiuppano, un paese di 2.600 persone. Valentino Giacomello è un imbianchino di 44 anni, si diverte a girare su Internet: chat, social network, quelle cose lì, insomma. Poi ha un’altra ossessione, brutta: le ragazzine, quelle piccole, ben lontane dai 18 anni. È così che un giorno, su una chat, ne conosce una. Il nome non lo sappiamo, conta poco. Però è una piccola ragazza, ha 15 anni e sta male, suo papà è morto da poco, lei non ‘l’accetta. Si sente perduta e furibonda. Così Giacomello le dice di essere uno stregone, uno di quelli bravi, capace di parlare con i morti. Le dice di incarnare tre divinità: Satyricon, divinità del sesso, Triton, dio della bellezza, Edon, dio della saggezza.
Organizza incontri Giacomello, programma un vero calendario settimanale di sedute sessuali. A casa sua o all’aperto, ovunque: il gioco è sempre uguale. L’imbianchino dice di parlare di volta in volta a nome di Edon o di Triton, o di Satyricon. “Ti aiuterò così a incontrare di nuovo tuo padre”, le dice. E ancora: “Se tuo papà fosse qui ti direbbe di non resistermi, solo così potrai incontrarlo di nuovo”.
Viene la nausea, vero? Purtroppo la storia non finisce qui. Perché dopo un anno l’imbianchino fa amicizia in Internet con uno psichiatra. Roberto Fiorio si chiama: è uno serio, almeno si direbbe, dirige il centro di igiene mentale di Marzana. Giacomello dopo un po’ rompe gli indugi: lo chiama. Gli dice che arriverà con una ragazza, che bisogna simulare una visita ginecologica. Lo psichiatra collabora, con l’imbianchino c’è affinità. È nel suo studio che fa il suo ingresso la polizia. La mamma della ragazzina qualcosa aveva iniziato a capire, per fortuna. Imbianchino e psichiatra finiscono in cella. Quest’ultimo dice che pensava di organizzare un incontro tra adulti consenzienti. Dice che era sicuro della maggiore età della ragazza. Di buono c’è che altre due ragazzine, intrappolate da Giacomello nello stesso modo, si salvano.
Dopo pochi mesi si svolgono i processi. L’imbianchino si becca cinque anni e mezzo, lo psichiatra se la cava decisamente meglio: un anno e dieci mesi. Ha anche parlato con i giornali Roberto Fiorio: continua a dire di essere stato convinto che la ragazza avesse 20 anni. E giura di essere estraneo a magia e stregoneria.
Racconta anche una storia che farebbe sorridere, se tutto il contesto non fosse drammatico. Dice che la polizia, a casa sua, dopo l’arresto, sequestrò giochi di suo figlio: le statuette di Obi Wan Kenobi e di Darth Maul, più altri 16 pupazzi di Guerre Stellari. Sostiene che per quelle statuette lui fu indicato come uno stregone, come un mago malvagio. Invece, dice di essere in fondo una brava persona.