È il momento dei diritti civili
La grande capacità di Matteo Renzi è cogliere l’attimo. E se mai c’è stato un attimo per sciogliere la più controversa delle questioni “eticamente sensibili” – i diritti delle coppie gay – sicuramente è adesso.
Tutto sembra congiurare in questa direzione. Il messaggio che arriva dal sinodo dei vescovi è contraddittorio, molto preliminare, fortemente osteggiato, forse perfino reversibile; ma la Chiesa di Francesco non ha né la volontà né la forza di sbarrare la strada a riforme lungamente attese, nel frattempo maturate almeno in parte anche nella comunità dei fedeli (altrimenti non ci spiegheremmo l’apertura di una discussione così accesa tra i vescovi e i ripetuti riferimenti fatti dal papa alla questione).
Parallelamente, il quadro politico è addirittura rovesciato rispetto agli anni caldi del conflitto (artificioso) tra tradizionalismo e relativismo.
La rappresentanza politica dell’oltranzismo cattolico è fortemente minoritaria: lo era già a livello sociale ai tempi del Family Day del 2007, nel frattempo però sono venute meno le agenzie politiche e associative che furono capaci di ingigantire nel dibattito pubblico un sentimento collettivo in realtà residuale.
La destra appare molto disorientata. Non si tratta solo delle nuove convinzioni attribuite a Berlusconi dai suoi ultimi frequentatori, più semplicemente si svuota per tutto il ceto politico – e per il suo elettorato – la contraddizione tra le parole declamate e un vissuto personale ampiamente “liberato”.
Non è chiaro se siamo davvero alla vigilia del varo di un progetto del governo. E, in ogni caso, non è detto che si riesca ad approfittare positivamente del momento proficuo. Là dove per “positivamente” si intenda il varo di soluzioni non ideologiche, equilibrate, accettabili da tutti, “giuste” nel senso più ampio del termine.
Per esempio si possono creare nuove discriminazioni nel proporre formule di convivenza mirate solo agli omosessuali, come se il tema dei diritti delle coppie non sposate non fosse molto più ampio. Sono i rischi che si corrono quando si fanno evoluzioni terminologiche intorno a concetti indigeribili come i “matrimoni gay”. E poi rimaniamo sempre sulla soglia del problema più grosso, sul quale le sensibilità sono molto trasversali e ignorano i confini tra destra e sinistra, credenti e non credenti: le adozioni e soprattutto la fecondazione eterologa, là dove le aspirazioni e la potenza degli adulti dovrebbero essere frenate (o almeno seriamente condizionate) di fronte ai diritti presenti e futuri di chi non può affermarli.