L’ultima raffica del cda Rai
Mi sfugge da dove nasca il compiacimento del presidente della Vigilanza Rai, dopo l’esito della votazione di ieri. E soprattutto che cosa lo induca a pensare che «nulla mai più sarà come nel passato», nei rapporti tra azienda e «malintesa politica».
Quando esprimeva questo auspicio, Zavoli non era evidentemente ancora al corrente delle intenzioni degli ultimi campioni della lottizzazione sfornati dalla sua commissione, i nominati del Pdl Verro, Rositani, Todini e Pilati, in combutta con i parlamentari del centrodestra tornati gagliardi. Questi sono gli ultimi beneficiati di un partito in decomposizione: ma prima di scomparire dalla circolazione vogliono dare il colpo finale alla Rai. Non come nel passato, per parafrasare Zavoli, ma molto peggio.
Neanche nominati, i quattro Cavalieri del Nulla ieri hanno deciso due cose. La più importante: che non accetteranno di vedere decurtato di trentamila euro il proprio compenso di consiglieri. In secondo luogo: che non rinunceranno allo storico privilegio di mettere bocca e voto anche nella nomina dell’ultimo usciere dell’azienda, sicché Monti può scordarsi di concentrare i poteri di nomina e di spesa nelle figure del presidente e del dg.
Per centrare l’obiettivo, il centrodestra non esiterà – a quanto pare – a negare alla presidente Tarantola i due terzi dei voti necessari in Vigilanza alla ratifica. Del cda Rai rimarrebbe a quel punto presidente il consigliere anziano: guarda caso il pidiellino Rositani. Quello sarebbe il capolavoro escogitato da Gasparri e reso possibile da Schifani, perché a quel punto neanche la sostituzione della Lei sarebbe più possibile. L’intera operazione di ricambio ai vertici Rai salterebbe per aria, come nell’entourage berlusconiano si è sempre pensato di fare. La trappola sembra enorme anche a noi: una serie di trucchetti da angiporto messi in atto da signore di bella presenza come la Todini ed ex autorità indipendenti a gettone come Pilati. Ma quando si parla di tv e di mezzo ci sta gente di Berlusconi, non c’è limite alla vergogna.
In realtà, viene quasi voglia che l’indegnità si compia. Stavolta, davvero: tanto peggio tanto meglio. Dopo un simile scandalo passerebbe la voglia per l’eternità di riconvocare una Vigilanza Rai. E Monti dovrebbe mostrare cosa intendeva, quando faceva sapere di essere pronto al commissariamento anche in caso di perfezionamento delle nomine dei consiglieri d’amministrazione.