Spread di Natale
Lo spread torna a salire, come anche il rendimento dei Btp che raggiunge quote di nuovo pericolose. Il Natale non porta a Mario Monti sollievo dal punto di vista dei mercati, mentre la destra può di nuovo infiammarsi: vedete, dicono, quanto sia stato ingiusto scaricare su Berlusconi la responsabilità della crisi finanziaria.
Lo sfogo può essere compreso ma è privo di qualsiasi fondamento. Retrospettivamente appare ancora più evidente che il governo Berlusconi – senza essere la causa prima della crisi – era però immobilizzato davanti alla furia della speculazione. Monti non ha risolto il problema con un tocco magico ma almeno guida un governo che ha la libertà di movimento e il sistema di relazioni per reagire. Bisogna vedere se saprà farlo e se gli strumenti a sua disposizione sono sufficienti.
La frustrazione dei berlusconiani è tanto più forte perché non vedono montare intorno a Monti la tensione negativa che spinse Berlusconi fuori da palazzo Chigi. Invece di lamentarsene, dovrebbero rifletterci: non per gli avversari, ma per l’intero paese Berlusconi era diventato un macigno da rimuovere e il polo del malcontento. Intorno a Monti non si avverte rancore, ma le prime tracce della disillusione sì. I dati macroeconomici sommati agli effetti della manovra non aiutano. Ci vuole, in tempi rapidi, un messaggio pienamente positivo.
Non sappiamo se sia vera la voce di un consiglio dei ministri convocato tra Natale e Capodanno per far partire un’ondata di liberalizzazioni, da tradurre e presentare come semplificazione della vita dei cittadini e riduzione dei costi di tante attività. Vera o meno, sarebbe una buona idea. Tra l’altro, giusto un anno fa di questi tempi, il consiglio dei ministri si prendeva una vacanza di un mese pieno: veti incrociati e scontri interni sconsigliavano addirittura di far incontrare i ministri fra loro. Anche sotto questo profilo è importante marcare differenze.