Perdono anche se pareggiano
Quando ieri mattina ho visto la prima pagina di Libero – la riproduzione del manifesto di Lassini, la scritta modificata in «Via le Br dalle liste», un editoriale di Feltri che ciancia di estremisti di sinistra nostalgici da tenere lontani dalla politica e dalle elezioni, senza citarne uno solo neanche di sfuggita, senza spiegare che cosa c’entrino le Br, che cosa c’entri Pisapia, di quali liste si parli – mi è venuta voglia di scrivere un commento insultante.
In fondo, l’ho fatto una sola altra volta, sbagliando, e l’ho pagata con un indennizzo deciso da un giudice (non rosso, evidentemente) a risarcimento della onorabilità di Vittorio Feltri: cinquemila euro. Diciamolo: non un grande valore per l’onore di una persona. E poi, eventualmente, un costo più che sostenibile per ribadirgli ciò che penso di un certo modo di fare giornalismo.
Poi mi sono calmato. Metterla sul personale è sempre orribile, inoltre mi è sembrato più interessante capire quanta paura di perdere ci sia dietro una prima pagina così carogna, e quanto sia grande la minaccia che questa gente proietta sui quindici giorni di campagna elettorale che potremmo ancora avere davanti a Milano.