Mai successo con il Labour
Anche se nel mondo di sinistra è esecrato come lo spin doctor complice di Tony Blair, secondo me Alastair Campbell è una di quelle menti superiori che, per la bravura nel proprio campo, possono permettersi di essere autenticamente odiose. Un’intera serie tv e un personaggio di grande successo sono ispirati a lui (The thick of it di Armando Iannucci, il volgarissimo Malcolm Tucker interpretato da Peter Capaldi). Nelle ore convulse delle elezioni inglesi è stato protagonista di un momento assoluto di grande tv, facendo diventare isterico in diretta un Murdoch-man d’eccezione, il Vespa di SkyNews Adam Boulton.
Sul suo blog e su Twitter, Campbell ha dato vita fin dal primo giorno dopo la nascita del governo di coalizione LibDem al tormentone «never happened under Labour» (“Quando c’era il Labour questo non succedeva”, in sostanza). Tutto ciò che capita di assurdo e sbagliato, in ogni campo, è frutto della mostruosa alleanza fra Cameron e Clegg (recentemente definito per brevità Quisling), e sono cose che non sarebbero mai successe nei quindici anni laburisti.
È diventato un gioco di società, a tratti divertente, al quale partecipano tutti i suoi contatti su Twitter. Si mischiano politica, sport e vita quotidiana, cose serie e meno. Mai successo: un ministro licenziato dopo due settimane, Lampard che sbaglia due rigori in una partita del Chelsea, il Bangladesh che batte l’Inghilterra a cricket per 140 punti, i tagli alle librerie pubbliche, Federer che rischia di uscire a Wimbledon, i soldi sottratti ai fondi per i bambini poveri, il crollo di qualità dei burger nazionali.
Solo su una cosa Campbell (che usa il giochetto soprattutto per promuovere “Prelude of Power”, la prima parte delle memorie sui suoi anni con Blair) ha evitato di scherzare, anche se davvero era un evento mai successo prima: la strage compiuta in Cumbria dal tassista killer. E su un’altra cosa i suoi fans beccano risposte salaci dai Tories, e Alastair si astiene: la débâcle della Nazionale di Capello in Sudafrica. Perché obiettivamente neanche nei migliori anni del New Labour e della Cool Britannia l’Inghilterra del calcio aveva combinato qualcosa di buono.