Le “cose” sono importanti. Ovvero The Internet of Things e il branding
di Gabriella Piergianni
Ne sentiamo parlare da un po’ ma di fatto il termine è stato coniato nel lontano 1999 da Kevin Ashton per sottolineare la possibilità di connettere gli oggetti/prodotti della nostra vita alla tecnologia più avanzata. Con uno stacco di quasi 15 anni il tema si fa caldo perché l’IoT entra a far parte sempre più concretamente della nostra vita anche attraverso i brand che conosciamo. Non è un caso che il 2013 sia stato identificato come l’anno dell’IoT a LeWeb, tenutosi a Parigi in coda allo scorso anno.
I brand si armano dunque di nuovi strumenti per parlare di sé, per innescare quel difficile meccanismo di trovare un posto nella mente e nel cuore delle persone e, oggi più che mai, superare la barriera dell’indifferenza verso quell’abito spesso già visto che sta diventando la comunicazione. In questo panorama i brand parlano di nuovi fatti in cui il virtuale e il reale viaggiano a braccetto attraverso le soluzioni tecnologiche più interessanti e rilevanti per la vita delle persone.
Prendiamo ad esempio l’evento Heineken legato al recente Fuorisalone. Con Heineken Ignite, il noto brand ha lanciato una bottiglia interattiva che utilizza dei micro sensori e la tecnologia wireless per interagire con chi beve. I LED sincronizzati alla musica del dj si attivano inoltre quando si brinda o si beve dalla bottiglia.
Coca-Cola, all’inizio di quest’anno ha creato la Coke remix Bottle, una speciale “sound bottle” che all’apertura del tappo consente di registrare dei suoni a piacimento dall’ambiente esterno e che vengono rilasciati poi ad ogni apertura successiva.
Per finire è di qualche giorno fa la notizia che Durex sta conducendo una ricerca intorno allo sviluppo di una biancheria intima molto particolare. La Durex infatti ha presentato il suo nuovo prodotto: Fundawear, una serie di capi intimi (reggiseni, mutandine, slip, e simili) che vibra ogni volta che il vostro partner decide che avete bisogno di qualche attenzione in più di un certo tipo. Attraverso l’applicazione smartphone è possibile specificare le parti del corpo del proprio partner che si desidera stimolare, rappresentati attraverso spazi circolari, i quali, se cliccati, attivano i sensori della biancheria esattamente in quei punti.
Fundawear non è ancora disponibile per i consumatori, ma la Durex ha lanciato un contest sulla pagina Facebook dell’azienda in Australia, offrendo la possibilità di vincere un set di Fundawear prima che sia messo vendita.
Escluso il caso di Heineken, di fatto l’Italia sembra rimanere fuori dai giochi: per mancanza di investimenti, per la crisi si dirà, ma la domanda rimane sempre la stessa quando ci troviamo di fronte alla necessità di ridisegnare nuove geometrie: siamo davvero pronti a osare?