Amburgo in 48 ore e 14 tappe
Amburgo è contemporaneamente città intellettuale, underground, snob e scassata. Per visitarla bene non basta una settimana e forse neanche un mese. Spesso invece capita di avere solo un finesettimana o poco più. Ecco alcuni spunti scovati in tre giorni e due notti (da venerdì a domenica), anche grazie ai consigli di chi ha avuto molto più tempo di me.
1. Hafen City è il porto sull’Elba ed è un enorme cantiere con aclune zone già costruite, più che altro uffici e qualche residenza che si possono permettere solo i Dink (double income no kids, doppio stipendio e senza figli). Ci sono vari modi di girare l’area, a piedi e in battello, possibilmente piccolo per non sentirsi sul solito torpedone (frauhedi.de, barca con party a bordo).
Se si vuole vedere come verrà quando sarà tutto finito, tra una decina d’anni, bisogna andare all’HafenCity Info Center Kesselhaus (Am Sandtorkai 30) dove un gigantesco plastico illustra il progetto completo con le zone finite, quelle attualmente in costruzione e quelle del futuro: difficile riconoscere i palazzi di Chipperfield, Lindner, Meier, Citterio, Koolhaas, Fuksas e altri architetti, ma l’insieme è grandioso. Tra tutti e tra mille gru in funzione, spicca l’Elbphilarmonie di Herzog e De Meuron (Am Kaiserkai 73).
2. In Deichstrasse 37, una via di case a mattoni rossi e selciato acciottolato, c’è l’insegna del Schönes Leben, uno dei caffè più antichi di Amburgo, ora anche ristorante e negozio. Entri e ti vengono le vertigini, perché, essendo l’edificio molto vecchio, è tutto storto e col fiume in movimento dalle finestre, sembra di barcollare. È ben illuminato, silenzioso e molto nordico con le doghe di legno sul pavimento e le travi a vista sul soffitto. Il caffè è servito in tazzoni da mezzo litro, con latte freddo e biscotti mignon.
3. Come in ogni città (con poche eccezioni tipo Parigi, Londra, New York), quando ci si vuole sottrarre alla folla, basta rifugiarsi nei musei. Nel caso di Amburgo, alla Kunsthalle (hamburger-kunsthalle.de), che espone sette secoli di arte tedesca, dalle pitture medievali di Maestro Bertram ai fotografi contemporanei nell’ala nuova aggiunta nel 1997 alle due precedenti, l’edificio in mattoni del 1869 e la rotonda neoclassica del 1919.
La scena dell’arte di oggi, con mostre, workshop, una bella libreria e ristorante è alla Deichtorhallen (deichtorhallen.de).
4. La Galerie der Schlumper (Neuer Kamp 30, Eingang B, schlumper.de) è atelier e galleria per artisti con problemi psichiatrici. Le loro opere finite e in lavorazione sono esposte, opzionabili, acquistabili: lavori di pazienza e d’intaglio che richiedono concentrazione assoluta e distolgono il pensiero da altre ossessioni, e installazioni di vernice schizzata a coprire ogni cosa senza coerenza. Se non fossero colori, sembrerebbe la scena di un delitto. E invece è solo una strabiliante performance a effetto terapeutico.
5. Nello stesso complesso della Galerie der Schlumper ci sono un mercatino di cianfrusaglie e un’esposizione di mobili vecchi, a prezzi avvicinabili. Quella che da noi è la costosa moda dell’usato, ad Amburgo è un’alternativa di shopping a buon mercato. Qualche esempio: 8 sedie anni Settanta costano 210 € (nemmeno all’Ikea), un coperto di piatti all’inglese 7,50 €, trattando un po’ (Neuer Kamp 30,). Lo stesso vale per l’abbigliamento: da Herr & Frau Netzer (Marktstrasse 36) l’impressione è che il vintage non sia solo un business. Ci sono scarpe e clutch vecchiotte, oltre agli stand zeppi di abiti che ci vorrebbe un giorno per cercare il modello e la taglia giusti. Poi, lampade, vassoi e altri oggetti per la casa. “Se il prezzo non le piace, parliamone”, dice il proprietario. E, garantito, non si riferisce a cifre astronomiche. I prezzi sono quelli delle cose di seconda mano: 10, 20 €, 50 per un’abat jour.
6. All’annuncio di una visita al Miniatur Wunderland, un mega modello di ferrovie del mondo, quasi svenivo. E invece scopro una storia interessante: due ragazzi hanno cominciato nel 2000 da una riproduzione in piccolo della rete ferroviaria di Amburgo, poi hanno ampliato il progetto. Hanno preso uno magazzino sull’Elba e impiegato 13 disoccupati per costruirne altri tratti, e oggi si possono ammirare su 1300 mq di esposizione 8 mondi a tema dalla Scandinavia alle Americhe realizzati in oltre 500 mila ore di lavoro. Il modello si osserva all’incessante ritmo giorno-notte, anch’esso in miniatura (un giorno dura circa 20 minuti) con effetti sonori. Non si può che restare imbambolati come davanti al numero di visitatori: più di 10 milioni in due anni (miniatur-wunderland.de).
7. Amburgo è una città borghese – basta fare un giro in centro o tra le ville di Poseldorf per rendersi conto del tenore di vita di certe famiglie – ed è parimenti popolare con quartieri di turchi e stranieri con scuole multietniche al 95% e giovani che occupano case semi diroccate per farne abitazioni e luoghi di controcultura. L’amministrazione vorrebbe tutto ripulito e venduto a cifre adeguate. Ma gli occupanti non mollano, e sopravvivono grazie a un pubblico che frequenta questi centri volentieri per le mostre d’arte e la buona musica gratuite e la birra a prezzi politici. Un giro alla Gängeviertel può essere esemplificativo. Nelle 12 case d’epoca tra Valentinskamp, Caffamacherreihe e Speckstraße vivono e lavorano artisti e quasi ogni sera si fanno concerti, letture, mostre, installazioni, performance, sempre gratis (Caffamacherreihe 43, tutti i giorni tranne lunedì dalle 13, das-gaengeviertel.info).
8. Le prostitute censite sono 4000 e pagano le tasse su dieci mila prestazioni al giorno. Sono perlopiù concentrate a Reeperbahn e dintorni nel quartiere di St Pauli. Quest’ultimo è un supermercato del sesso, a cui è impossibile restare estranei. È scontato entrare e consumare un drink o qualcos’altro: a ogni porta qualcuno ti si dimena davanti, uomini, donne, omo, transex. Le donne sussurrano prestazioni in jeans stretti e Moon Boots. L’organizzazione, come la mise, è teutonica ed efficiente: per lavorare, bisogna stare comodi. Con queste premesse ci si aggira la notte con disnvoltura nella Disneyland del sesso tra insegne lampeggianti di Table Dance e Marilyn con il 45 di piede e le tette finte.
9. I Beatles hanno esordito all’Indra, un piccolo music club di Amburgo. Oggi è un bar senza pretese, con un biliardo e un palco, dove si ascolta ancora musica dal vivo. Se non fosse per qualche foto di Paul e John, nulla farebbe pensare a un posto mitico. Andarci è comunque emozionante (indramusikclub.com). Tutto questo per dire che Amburgo era ed è centro di avanguardie musicali. Oggi gli indirizzi sono il Golem (golem.kr), il Golden Pudel (pudel.com), l’Hasenschaukel (hasenschaukel.de) e l’Uebel & Gefährlich, in un ex bunker della II Guerra Mondiale (uebelundgefaehrlich.com). Inutile arrivare prima della mezzanotte: le dj session cominciano con il nuovo giorno e si tira fino all’alba. Se è domenica mattina, ci si sposta al Fishmarkt, dove la musica continua in un ex capannone per la lavorazione del pesce: concerto dal vivo e prima colazione strong con birra e salsicce. Alle dieci, tutto si ferma e ognuno va per la sua strada.
10. Amburgo è una città sull’acqua, con l’Elba e i suoi canali che si insinuano dappertutto. Man mano che si esce dal centro, le sponde smettono di essere magazzini, fabbriche, cantieri navali e di aviazione e il fiume riprendere il suo corso naturale tra spiagge e boschi e il lungofiume diventa passeggiata bucolica, percorso sportivo, prato per pic nic, letture e amori. Camminando sulla sabbia di Elbstrand Övelgönne, la seconda città piu industrializzata della Germania sembra in un attimo a chilometri di distanza. Cambia l’umore, la luce, il ritmo.
11. Il villaggio di pescatori di Blankenese è ora un quartiere residenziale pedonale, con le case piccole e migliaia di scalini: sulla collina affacciata sull’Elba le auto non arriveranno mai. In cima c’è il Suellberg, hotel e ristorante con un bistrot per il caffè o brunch della domenica, con porcellane anni Cinquanta e vista sul fiume (suellberg-hamburg.de).
12. Amburgo ha due squadre. Una, il St Pauli, ha una storia speciale: nel 2005, dopo la sconfitta incassata con il Bayern Monaco, ha sorprendentemente scalato la Bundesliga (la serie A tedesca) con tutto fuori regola: maglia marrone con teschio pirata, sede nel quartiere a luci rosse, finanziamento stile cassa comune e donazioni da parte dei tifosi che alle partite adottano codici di non belligeranza, come evitare di bere per non compromettere il divertimento di sostenere da sobri la squadra del cuore e non fare entrare i neonazisti al Millerntor, il loro stadio. Come scrive il giornalista Stefano Landi, esperto di questa storia borderline: «St Pauli non è solo una squadra di calcio, è un fenomeno di classe, una rock’n roll band prestata ai prati verdi, un culto pagano, non solo in Germania (max.rcs.it)».
13. Il Fairmont Vier Jahreszeiten è uno degli alberghi più belli di Amburgo, ed è un ritrovo mondano. Innanzitutto per la posizione davanti al lago Alster. Poi perché oltre a 156 camere e suite “tuttodotate” e una spa, ha 4 ristoranti di ottima reputazione (tra cui l’Haerlin, l’unico due stelle Michelin, con la seconda appena assegnata; e il Doc Cheng’s di cucina fusion, 14 punti Gault Millau) e una sala da tè con focolare, candele, luci soffuse e musica. Sembra proprio un posto di una volta, anzi lo è. Perché c’è dal 1897, e da allora è sempre stato l’“hotel” storico di Amburgo, salotto buono per riunioni di famiglia, amici, lavoro (Neuer Jungfernstieg 9 – 14, fairmont.com/hamburg).
14. Amburgo è famosa per i musical. Due milioni di spettatori arrivano ogni anno da tutta la Germania e dai paesi limitrofi per assistere agli allestimenti grandiosi che ne fanno la terza città al mondo per il genere, dopo New York e Londra. Tutto è inziato nel 1986 con la prima, alla TUI Operettenhaus, di Cats, che riscosse un successo strepitoso e inatteso. Per il Re Leone con le musiche di Elton John è stato addirittura costruito un teatro sull’Elba nel 2001, il Musicaltheater, dove si arriva anche in barca (stage-entertainment.de). Questo solo per dire il caso più clamoroso, ma in qualunque giorno dell’anno lo spettacolo è garantito: opera, balletto e danza, teatro classico e d’avanguardia, tre orchestre, concerti all’aperto.
Altri due hotel un po’ speciali
Wedina, albergo e libreria dove sono spesso ospiti scrittori e poeti (hotelwedina.de/; da 70 €).
Cap San Diego si dorme nella cabina di una nave ormeggiata sull’Elba, che è un museo (capsandiego.de; da 76 €).
E tre indirizzi per mangiare
Carls an der Elbphilarmonie: più che per la cucina, qui si viene per la posizione davanti alla nuova filarmonica di Herzog & De Meuron sul fiume. Prenotare assolutamente un tavolo vista Elba, trafficato e stupendo in versione notte (carls-brasserie.de).
Oberhafenkantine: cucina locale (oberhafenkantine-hamburg.de).
Bullerei, in centro, è il ristorante di Tim Mälzer, soprannominato il Jamie Oliver tedesco. Prenotazione indispensabile (bullerei.com).