Cosa c’è nella nuova Guida Michelin
Mercoledì è stata presentata la 57a guida Michelin Italia, ormai storico strumento per chi viaggia e vuole fermarsi in un posto con qualche buona credenziale lungo la strada, quindi ristoranti, alberghi e agriturismi. Come ribadito più volte durante la conferenza stampa, la scelta è come sempre meticolosissima, compiuta da dipendenti dell’azienda Michelin che frequentano i luoghi in modo anonimo e alla fine pagano il conto. D’altra parte l’affidabilità è l’unico parametro che fa la differenza per chi si compra un libro di questo genere.
Ovvio, la massima attesa era per le premiazioni: la prima stella a 33 esercizi italiani; due stelle per il Principe Cerami di Massimo Mantarro, l’Olivo di Andrea Migliaccio, Quattro Passi di Antonio Mellino e Oliver Glowig; tre stelle all’Osteria Francescana di Modena di Massimo Bottura.
A parte le nuove 38 stelle, rispettabilissime ma senza scoop, le vere novità dell’edizione 2012 sono, a mio avviso, l’aumento dell’80% degli indirizzi che offrono un pasto a meno di 23 € (ora sono 953 ed erano 534), i 260 ristoranti di qualità a meno di 30 €, i 123 alberghi a meno di 90 € (erano 87 nel 2011) e la categoria agriturismi che cresce dell’11% nell’ottica di una maggiore attenzione ai prezzi, come impone la crisi ma anche una certa austerity che ne è una conseguenza sana.