Olimpiadi, parliamone
Come da titolo. Portiamoci avanti, sarà il grande tema del prossimo futuro, che si mischierà necessariamente con cento altri temi, come sempre avviene in Italia, ma come anche merita un evento del genere: le Olimpiadi.
La posizione di fondo del blog è già stata espressa. In sintesi: non le meritiamo, perché le Olimpiadi sono un premio, non un privilegio. Più ampiamente: non abbiamo ancora avviato quel processo di autoconsapevole maturazione che spinge una grande città a identificarsi come tale, a individuare dei propri meccanismi organizzativi che funzionino anzi da momento di aggregazione e di identità. In fondo, siamo ancora una città giovane.
Fateci caso: possiamo vantarci di una sola singola cosa che funzioni particolarmente e totalmente bene? No, ed è un continuo rivangare un passato che ci fa da scudo e clausola salva-tutto. È il simavuoimettereromismo, se me lo passate, o la sua variante affranta dell“eh ma siamo a Roma”.
Ma tornando a quel “parliamone”, l’idea qual è? È proprio quella di parlarne, di creare un dibattito, come si dice. Eh, ma tu parti da una posizione preconcetta (v. sopra). Può darsi, ma in certi casi proprio dalle posizioni apparentemente più radicali nasce la curiosità di una volontà totale di dialogo, e in questo prometto di mettercela tutta. E comunque, non è questione di “posizioni”, ma di dialettica aperta e seria.
Come primo atto unilaterale propongo, oltre al canonico “commentate, commentate, commentate”, di utilizzare l’hashtag #roma2020 su Twitter per trasmettere e monitorare informazioni, spunti, link, foto e altro. È inoltre a disposizione l’email del blog (ilpostroma at gmail.com).
Cosa ne verrà fuori non si sa. Magari sarà solo un dibattito, magari qualcosa di più, magari saremo il punto di riferimento sull’argomento, come il Forum sul nucleare (ok, cattivo esempio). Magari, l’occasione di ragionare in maniera pacata sulla città e sui suoi processi di maturazione nel lungo periodo li faciliterà davvero.