• di Roma
  • Lunedì 1 agosto 2011

Curve nella memoria

Tutti riconosciamo volentieri la nostra infelicità; nessuno, la propria malvagità
(Luigi Pirandello – Quaderni di Serafino Gubbio operatore, 1916)

Si chiude un’altra stagione, sarebbe tempo di bilanci e considerazioni, ma mi rendo conto che sono pressoché identici a quelli dell’anno scorso, e quindi lì rimando.

Aggiungo solo che ogni anno ha tante storie che si intrecciano, ma anche alcuni temi di fondo che ci accompagnano. Il 2010-2011 è stato, anche, l’anno dei cartelloni abusivi. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, la storia è sempre fatta di elastici troppo tirati, e qui siamo davvero all’orlo, si stanno per incavolare progressivamente anche gli evabehisti, i checivuoifareisti e gli ehmasiamoaromaisti. Diventerà un tema elettorale/olimpico, e con un tratto di penna si risolverà. Ok, la faccio troppo facile.

Da tenere l’attenzione comunque sempre alta, ma suggerisco di seguire anche, come argomento in crescita per il 2011-2012, quello dei parcheggi. Sai che novità, direte. Ma dall’anno prossimo si sbloccheranno una serie di situazioni “basta scuse” notevoli, e lì ci saranno da capire molte cose. Bivi in cui prendere una volta per tutte una decisione. E anche qui c’è un sito di riferimento, non ci facciamo mancare niente.

Piazza Cavour, Stazione Tiburtina, via Fermi, e una miriade di altri progetti più o meno grandi. Cosa succederà quando apriranno? Cosa faranno i vigili? Cade l’ultimo tabù: non ci sono posti. Non è quasi mai vero, per inciso, ma anche se lo fosse ci sarebbe da dire quella cosa che non si può (ancora) dire [sussurrato] quella, insomma… capito no?, sul non comprarsi la macchina [fine sussurrato].

Il tema è interessante anche perché entrano direttamente in gioco i cittadini, a differenza del business cartellonaro, dove siamo solo parte lesa. Si tratterà di affrontare in maniera diretta ed evidente quel laboratorio sociale di anarchia, dal punto di vista scientifico, in cui ci siamo venuti a trovare: se uno su cento tenta di farla franca, non riuscirà a farla franca; se ci provano in dieci, aumentano drasticamente le loro possibilità; se ci provano tutti, ce la fanno praticamente tutti, ed è la mobilità di Roma, e molto del resto.

Processi storici e di lunghissimo periodo, questo come in realtà tutti gli altri. È nel Settecento che vanno cercate le maggiori colpe e responsabilità, ma avanti Cristo. Il realista Alemanno, per citarne uno, ma anche Veltroni, e tutti coloro che a vario titolo e grado amministrano o hanno amministrato, ci mettono sicuramente del loro, ma di base hanno la sola colpa di voler essere rieletti, mentre quello che servirebbe sarebbe un sindaco che non lo volesse. Come slogan: “Lontano dalla gente”, lo voterei subito.

Il blog torna a settembre