Benaltrismi alla rovescia
In realtà non c’è neanche reato di benaltrismo, in questi due episodi rilanciati da Cartellopoli, perché è mancato proprio il termine di paragone, quello da cui si benaltrizza. Semplicemente, quello che si vede è così entrato nella normalità che si riesce ad avere la lucidità per valutare, all’interno di quel contesto surreale, altre cose che non vanno.
Ok, non ci avete capito niente, ma andiamo con ordine. Nel primo caso Isabella Rauti dimostra che c’è ancora la possibilità di prendersela contro il contenuto dei cartelloni, che contro i cartelloni in sé, accusando la campagna pubblicitaria Sisley di essere un po’ troppo osé.