• di Roma
  • Venerdì 25 giugno 2010

La montagna va da Maometto

Sindaco Cialente in testa, più due pullman di cittadini e alcune automobili private, hanno raggiunto ieri Roma per svolgere in piazza Navona il consiglio comunale dell’Aquila e di tutti i comuni colpiti dal terremoto. Erano presenti anche il senatore Franco Marini e il presidente della provincia Antonio Del Corvo.

Hanno chiesto la proroga della sospensione fiscale, e soprattutto fondi per la ricostruzione, respingendo inoltre l’accusa di essere l’amministrazione locale colpevole dei ritardi sui lavori:

«Non ci sono i soldi in cassa – ha tuonato il sindaco a voce alta – L’attacco alle istituzioni locali è un atto gravissimo» e poi, indirizzandosi ai senatori presenti in «aula» ha aggiunto: «Noi siamo stati abbandonati, spiace dirlo ai rappresentanti del parlamento, ma è così. Occorre una tassa di scopo, mai, in occasione di una simile tragedia, si era deciso di non inserire una tassa di scopo, un contributo di solidarietà che permettesse di avere il denaro di cui c’era bisogno. Sappiamo quali siano le difficoltà del Paese, non chiediamo più di quello di cui c’è bisogno. Oggi va messa, non è più una questione che riguarda il governo, ma il Parlamento. Ne abbiamo bisogno, come abbiamo bisogno della zona franca. Cari senatori, non la fate scomparire in manovra. L’Aquila – ha poi concluso il sindaco Cialente – è l’anello più debole e disperato del Paese, se non si va avanti anche tutto quello che è stato fatto fino ad ora si perda. Il centro rischia di diventare Pompei e la città temporanea un set di Cinecittà»

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