Parole poco adatte alla realtà dei mercati
Uno dei termini più comuni e inquietanti che sentii per la prima volta al mio ritorno in Italia nel 2000 (dopo quasi trent’anni negli Stati Uniti) fu “blindare”. Una parola impregnata di quella certezza, solidità, irreversibilità che piace tanto ai nostri politici, ma non solo.
A parte una cassetta di sicurezza in banca, nella finanza – e sì, siamo sempre lì – di veramente blindato non c’è proprio un granché. Per cui inutile dire che mi vengono le lacrime agli occhi – e non certo per commozione – ogni volta che m’imbatto in conversazioni o email con frasi del tipo
«Certo, ma a parte quello la cosa è praticamente blindata»
«Con questo portafoglio dovremmo riuscire a blindare il tuo obiettivo»
«Se non salgono i tassi, l’investimento è blindato»
Dovremmo già innervosirci a sentire o leggere quei «a parte quello», «dovremmo riuscire» o «se non salgono i tassi», ma l’attrazione della sicurezza assoluta, quasi garanzia, della blindatura ci acceca e smorza la reazione emotiva – per una volta utilissima – che l’amigdala ci urla dal fondo del nostro cervello. (Ricordate: If it sounds too good to be true, it probably is.)
Siccome non stiamo parlando, in fondo, di deficienti o di veri e propri criminali, è interessante notare come gli interlocutori che producono questo tipo d’idee siano loro stessi quasi sempre completamente al buio di quali siano le tipologie d’investimenti che, a parte il rischio di credito (un enorme “a parte”), possano blindare un rendimento. In realtà ce n’è una sola: gli zero coupon bonds o obbligazione senza cedola; dati un prezzo d’acquisto, una data e un ammontare fisso di rimborso a scadenza si può determinare con certezza il loro rendimento sin dall’inizio. Per tutto il resto la blindatura non esiste; ci sono solo approssimazioni la cui ragionevolezza e affidabilità diminuiscono pericolosamente con l’allungarsi del tempo tra acquisto e scadenza.
Come succede, per esempio, per le normali obbligazioni con cedola e con un rimborso di capitale a distanza di cinque o dieci anni. Se tenuti fino alla fine (e sempre omettendo di occuparci del rischio di credito) il rendimento finale di questi strumenti sarà più o meno vicino al tasso di rendimento calcolato all’acquisto, ma il suo valore esatto si comporterà in maniera quasi contro intuitiva: più i tassi saliranno dalla data d’acquisto fino alla scadenza e più salirà il rendimento totale, e viceversa. Il che ci dovrebbe far pensare all’utilità di poter acquistare regolarmente sul mercato obbligazioni con rendimento negativo, ma questo è un altro discorso.
La blindatura in finanza, il suo concetto cioè, è il tipo d’insidia che contribuisce enormemente a certe nozioni poco realizzabili – surrealistiche direi – le cui conseguenze s’imparano dolorosamente sulla propria pelle. Meglio girarsi dall’altra parte, quindi, e scappare quando si sente pronunciare la parola.