La statistica gonfiata del Ministro Orlando
Qualche giorno fa, il Ministro Andrea Orlando si è rivolto alle Camere per fare il punto sullo stato dell’amministrazione della Giustizia. Ebbene, in quella relazione è stato fornito ai parlamentari (e quindi a noi cittadini) un dato che non corrisponde a verità, quello relativo al numero delle persone sottoposte a misura alternativa alla detenzione. Un dato definito importante dallo stesso Ministro, tanto da porlo in stretta correlazione con il calo delle persone detenute nelle carceri italiane.
E infatti il Ministro, dopo aver sottolineato che l’emergenza carceraria è stata superata (anche se chi sta in carcere non se né accorto), ha affermato che contemporaneamente al calo dei detenuti: “Sono aumentate le misure alternative alla detenzione fino ad arrivare, al 31 dicembre 2014, a 31.962”.
Una “bufala”. Un dato statistico gonfiato e quindi falso. Una falsità che viene smentita dagli stessi dati presenti proprio sul sito del Ministero della Giustizia. Dati che svelano come si è giocato con i numeri. Ecco il trucco: tra coloro che sono stati ammessi a una misura alternativa, sono stati aggiunti altri soggetti che nulla hanno a che vedere con tale beneficio. E così, tra le 31.962 misure alternative di cui ha parlato il Ministro Orlando, ci ritroviamo: 5.606 persone che svolgono un lavoro di pubblica utilità (che è una pena e non una misura alternativa), 3.541 persone sottoposte a libertà vigilata o controllata (che è una misura di sicurezza), oltre a 6 persone in semidetenzione.
Totale: 9.153 persone in più, che non sono poche.
Ma non finisce qui. Infatti, guardando sempre i dati presenti sul sito del Ministero della Giustizia, ci si accorge che non è neanche vero che le misure alternative sono aumentate così tanto, come ha detto il Ministro della Giustizia. Invero, nel 2014 solo 82 persone in più hanno ottenuto tale beneficio rispetto al 2013. Non proprio quel che si direbbe un risultato lusinghiero.
Churchill diceva: “Le sole statistiche di cui ci possiamo fidare sono quelle che noi abbiamo falsificato”.
Personalmente, non credo che il Ministro Orlando sia in cattiva fede. Anzi credo che abbia solo riportato dei dati che qualcuno del suo staff gli ha confezionato. Ma domando: chi è che fornisce dati falsi al Ministro della Giustizia?
E infine, se si alterano i dati sulle misure alternative, perché fidarsi dei dati sulle presenze in carcere forniti dal Ministero?