Ilaria Cucchi, dall’assoluzione a inviata di Rai 3
«L’Italia è un paese in cui Ilaria Cucchi, di professione amministratrice di condominio, ora diventa inviata di Raitre». Lo ha scritto qualche giorno fa Filippo Facci su Twitter.
Un’affermazione che fotografa una grave anomalia del nostro Paese. Uno strano Paese che, grazie a un’informazione capace di manipolare conoscenza e convincimenti, assomiglia sempre di più a un magic circus. Ovvero a un circo magico, dove si confonde realtà con mere ipotesi. Un circo magico che trasforma il semplice sospetto, mai approfondito ma ben manipolato dai media e cavalcato dalla politica, in dato fattuale. Un circo magico in cui, senza avere alcuna certezza, si grida allo scandalo, quando lo scandalo potrebbe non esserci e si immola a “vittima dello Stato” chi vittima potrebbe non essere.
Esattamente ciò che è accaduto con il processo Cucchi e con le relative conseguenze sulla vita della sorella, Ilaria. Fortunate conseguenze. Non a caso, grazie a questo circo magico, nel comune sentire Stefano Cucchi viene visto come una vittima del sistema. Eppure, non abbiamo certezze. Non sappiamo ancora se Cucchi sia stato una vittima oppure no. Non è detto che sia morto per colpa dello Stato, come non è escluso che il suo decesso fosse inevitabile. Un’incertezza confermata, non solo dalle sentenze, ma anche dalla realtà, visto che può accadere (e accade) che si muoia negli ospedali, senza per questo essere delle “vittime del sistema”.
Insomma, senza dati certi, sul cosiddetto caso Cucchi regna una gran confusione. Una confusione generata da un’informazione che in questi anni ha manipolato il comune convincimento, senza operare alcun approfondimento. Una manipolazione fatta di superficialità, di foto impressionanti, di facile sdegno, ma dove nessuno si è letto le carte per capire e far capire davvero dove sia la ragione o il torto. Una manipolazione che ha anche influito sulle indagini e sulle determinazioni dei pubblici ministeri. Un fenomeno questo, comune a tanti altri casi, dove la mala informazione genera mala giustizia. Un ruolo patologico dei media che rischia di creare “casi”, che casi non sono o di immolare a vittima chi non lo è. Ed è in questo circo magico che Ilaria Cucchi diventa una vittima. Vittima a prescindere dalla realtà e da ciò che afferma la giustizia. Vittima comunque, sia che abbia torto o ragione.
Ilaria Cucchi è una vittima, anche se viene intascato un risarcimento record da un milione e trecentoquaranta mila euro. Risarcimento sproporzionato che nessun “giornalista” si è preso la briga di analizzare per capire come si è giunti a una cifra tanto elevata. Ilaria Cucchi è una vittima, anche se hanno assolto i medici quando lei accusava solo gli agenti della polizia penitenziaria. E infine, grazie a questo circo magico, Ilaria Cucchi si consacra definitivamente vittima proprio grazie alla recente assoluzione. Ci si chiede: se il processo di appello fosse terminato con una condanna, chi avrebbe più parlato di lei? Chi l’avrebbe immolata a “vittima del sistema”? Sta di fatto che Ilaria Cucchi conquista una notevole notorietà mediatica, trasformandosi in un’attrazione politica e istituzionale. Viene ricevuta dal Procuratore capo di Roma e anche dal Presidente del Senato. Una vittima che fa audience e che per questo fa gola a tanti. Soprattutto a un certo ambiente ipocrita della vecchia sinistra. Un ambiente ipocrita a cui non interessa l’imprenditore accusato ingiustamente, ma la vittima popolare, anche se non si è sicuri che lo sia veramente. Un ambiente ipocrita della vecchia sinistra che assume Ilaria Cucchi come inviata per la trasmissione “Questioni di famiglia” in onda su Rai 3. Ora, visto come vanno le cose in questo circo magico, non mi stupirei se un domani Ilaria Cucchi fosse eletta in Parlamento.