La sorpresina
Mi è capitato di dirlo ieri e ci ritorno oggi: di fronte alla sfida tipo western lanciata da Renzi, che ha avuto notevole eco sui media, dicevo, Grillo avrebbe risposto che i ‘soldi’ si ‘mollano’ comunque e che si può tornare a votare con il Mattarellum anche domattina.
La risposta, mi dispiace, ma ci sta tutta: e più che una sorpresa, è la scoperta dell’acqua calda. Un po’ come quella lettera di Poe, tutti fingono di cercare una risposta difficilissima in un testo (una bozza!) che metta tutti d’accordo, ma la legge elettorale che ha la maggioranza in Parlamento c’è già. Una maggioranza larga, che va da Sel al M5s, passando per la Lega e altri gruppi minori, e che incontra il favore di molti anche nel Pd. Rispetto alla quale il sifaperdirenuovo centrodestra di Alfano dovrebbe dare una risposta. Senza aggiungere altro.
Si tratterebbe di un Mattarellum in versione Senato, a cui certo si può pensare di aggiungere il doppio turno di collegio, come avevamo scritto nel nostro documento congressuale (una proposta in questo senso alla Camera è stata già presentata dal deputato Pd Martella, e non sarebbe male se la riforma avvenisse con il Martellum, un po’ nicciano, forse, ma convincente).
Per quanto riguarda invece la restituzione dei rimborsi elettorali, proposi all’inizio della legislatura al Pd di rinunciare a tutto ciò che non aveva speso in campagna elettorale, fin da quest’anno. La proposta (che mi pare ancora sensata) cadde nel vuoto, ma alla base della non risposta un motivo (non dichiarato) forse c’era: con tutta probabilità il Pd fatica a rinunciare ai rimborsi perché ha un’organizzazione molto costosa. E, per essere seri, dovremmo partire da quest’ultimo punto, per capire e spiegare a che cosa rinunciamo e che cosa significherebbe farlo. Se vogliamo davvero cambiare le cose.
P.S.: sono stato accusato per mesi di essere troppo attento al M5s e sconsideratamente aperto al confronto con i suoi rappresentanti: vedo che nel Pd la linea è cambiata. Certo, si parla di sfida, ma tutto sommato ci si rivolge a Grillo per cambiare la legge elettorale. Prima dell’ultimo sciopero, Giachetti presentò una mozione, che fu sottoscritta da molti di noi. Era di maggio, come dice la canzone. E allora il M5s la votò, il Pd delle larghe intese no.