L’ipocrisia delle ipocrisie
La cosa più divertente della giornata di ieri, che sembra essere stata frutto di un’allucinazione, è che tutti negano di volersi alleare con l’Udc. Anche molti democratici che fino a qualche giorno fa volevano aprire a tutti i costi a quelli che definiscono moderati, ora precisano, smorzano, trattano e ritrattano.
O, meglio, per precisare la precisazione, non è che neghino (sarebbe troppo forte e netto e deciso), sostengono che bisogna confrontarsi sul programma e verificare se ci sono convergenze, da Vendola a Casini.
Come se il partito di Casini fosse una new entry della politica italiana e avessimo ancora qualcosa da chiederci su quello che pensano lui, Cesa e Buttiglione. O moderati come Magdi Allam.
Come se il partito di Casini non fosse alleato in tutto il Sud – dove ha i voti – con il Pdl guidato da Berlusconi (perché Berlusconi, fino a prova contraria, è ancora il candidato premier del Pdl, giusto?).
Come se Buttiglione non avesse provato già ad andare in Europa (la nostra meta, ha detto Bersani) con esiti straordinari, come se non sapessimo che cosa pensano di lavoro (legge 30), di famiglia, di energia, di cemento, di molte altre ‘cose’ che a quelli di sinistra (sempre che ce ne siano) dovrebbero importare. E che Casini ha fatto quando – dopo la parentesi forlaniana, finita un po’ così – è passato per quattordici anni a sostenere Berlusconi. Un’altra parentesi che si è chiusa nel migliore dei modi.
Sta a vedere che l’ho proposta io, «di persona, personalmente», l’alleanza con l’Udc.
P.S.: la versione più curiosa, che si legge tra le righe di qualche dichiarazione e di più di un commento, è la seguente: «tanto poi, alla prova dei fatti e dei programmi, l’Udc non ci starà». Beh, non è male. Mesi e mesi a parlarne. Ed era solo un bluff.