Libri nati da libri
E io, a pensarci, eran degli anni, che avrei voluto scrivere un libro su quel sentimento, e una delle cose che mi ha trattenuto, oltre al fatto che io ultimamente quando c’è da scrivere qualcosa mi trattengo naturalmente, dallo scriverla, perché ho come bisogno di avere sempre qualcosa da rimproverarmi, è così bello avercela con qualcuno, e avercela con me, in particolare, poi, è bellissimo, è così confortante, io, dicevo, la cosa che mi ha trattenuto dallo scrivere un libro simile a questo che avevo pensato di scrivere era il fatto che quel libro lì che avrei voluto scrivere l’aveva già scritto un altro, che io è vero che avrei voluto scriverlo anche prima che avessero scritto quell’altro, che quando l’avevo visto per la prima volta in libreria mi ricordo ho pensato “Noo”, e poi quando l’avevo poi visto mi ero ripetuto nella mia testa l’inizio della nota finale che Sciascia aveva messo al suo Candido, che comincia così: «Dice Montesquieu che un’opera originale ne fa quasi sempre nascere cinque o seicento altre, queste servendosi della prima all’incirca come i geometri si servono delle loro formule».