È cominciato il baseball
Come ogni anno inizia la stagione di baseball delle Major League. Quest’anno ho finalmente qualcosa da mettermi addosso. Le scorse stagioni il campionato prendeva il via e io mi ritrovavo sempre col guardaroba sguarnito. Oggi no, oggi è diverso: indosso i panni del tifoso dei Chicago Cubs.
Perché il baseball non è mai stato il “mio” sport. Lo seguo un po’, lo guardicchio e posso arrivare a dire che mi piace pure, ma seguire con costanza una stagione regolare che prevede 162 partite per ogni squadra (sono 30 in tutto, 16 nella National League, 14 nella American) è un’altra cosa. Ho detto che mi piace, sì, ma conviene spiegarsi ancora meglio: forse mi piace più quello che il baseball rappresenta – il “passatempo nazionale” USA – di quello che poi realmente va in scena giorno dopo giorno (la competizione, il vincere e perdere quotidiano). Mi piacciono i suoi riti e le sue tradizioni, più che i fuoricampo o le basi rubate. E quando uno sport lo segui così (senza un vero tifo per una squadra, senza una passione vera, autentica, totale) alla fine il tuo interesse è necessariamente superficiale, quasi casuale.
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