Benigni cita Pazienza (più o meno)
Gran serata televisiva, ieri, con l’ultima puntata del programma di Fiorello.
Sul finale, momento di entusiasmo per una categoria di italiani: gli amanti del fumetto. Come chiusura “nobile”, Roberto Benigni cita Pertini e un altro grande italiano che proprio a Pertini – grazie ad alcuni memorabili pezzi satirici – è spesso associato: Andrea Pazienza.
«Un disegnatore straordinario che se ne è andato molto giovane», dice Benigni. E pronuncia una splendida frase: «Guardare avanti. Perché come diceva Andrea Pazienza, non bisogna mai tornare indietro, nemmeno per prendere la rincorsa».
Per i fumettòfili, finire con un maestro citato nel più grande spettacolo televisivo dell’anno, è un po’ come vincere in Champions. E tra quelli connessi su Twitter, partono le pacche sulle spalle: gran movimento di tweet, retweet e menzioni. Makkox che ipotizza «Pompeo?». Io replico: «Penthotal, direi». Webgol si schiera con Makkox: «anche io direi Pompeo». GBA_mediamondo «Penthotal è sicuro!». Suzukimaruti ricorda persino la sequenza: «a me pare di ricordare che la frase è scritta su un muro in un Pentothal». Provo a googlare, trovo la vignetta giusta, la allego e la ritwitto. E ancora pacche sulle spalle: commozione, saluti, abbracci. Nomfup nota che Pazienza è trending topic, e dice «lacrime agli occhi». Insomma: «Modalità nerd: on», sigla GBA_mediamondo.
Bisogna dire che la frase era proprio bellina. Quasi archetipica. Pareva uscita da un manuale di citazioni. Bravo Paz, mi dico. La ricerco su Twitter per vedere chi l’ha usata, twittata, ritwittata. E sono proprio parecchi. Ma arriva un colpo di scena: leggo Aldo Balzanelli, di Repubblica: «mai tornare indietro……è di che guevara». Barbara Sgarzi: «Ma non è di Pazienza! Mai tornare indietro nemmeno per prendere la rincorsa è una frase di Che Guevara, dai, i fondamentali!». Googlo, rigooglo, affiora qualche sospetto che respingo, riguardo la vignetta (e la trovo anche nel libro, a pag. 86 dell’ultima edizione Fandango). E in effetti capisco. E finalmente ammetto: essendo una scritta su un muro, anche per Pazienza quella frase non era che una citazione disegnata. Una semplice citazione di Che Guevara, pare. Affiorata in Pentothal. Che per Benigni – e per noi dannati amanti di Pazienza – diventa farina del sacco di Paz.
Quella frase, dunque, Pazienza l’ha scritta ma non l’ha pensata. Benigni l’ha detta, ma ha preso una cantonata.
Di nuovo pacche sulle spalle, allora. Ma di quelle dopo una vittoria in Champions … sfumata ai supplementari. Anche se una cosa giusta l’abbiamo fatta, noi sbadati con Benigni: abbiamo ricordato che Pazienza è un pezzettino del nostro immaginario di italiani. Un pezzettino in grado di generare – attraverso lo spettacolo popolare (di Fiorello, di Benigni) – affetto ed entusiasmo. Entusiasmo popolare. Guevara chi?