Hai fiducia in Immuni?
Le società democratiche, prima ancora che su un set di norme condivise, sono basate su relazioni fiduciarie.
Se questo è vero, se la regola di per sé stessa non basta ma richiede un’adesione collettiva, ogni successo, ogni incertezza, soprattutto ogni fallimento che abbiamo vissuto o vivremo in queste settimane di pandemia, sarà decodificabile attraverso una simile lente fiduciaria. Proviamo ad osservare le cronache di questi giorni attraverso un simili filtro e troveremo molti elementi di concreta preoccupazione.
L’esempio forse più eclatante è la vicenda della famosa app per il contact tracing denominata Immuni. Le polemiche, le negligenze, le bugie, le prese di posizione da parte dei soggetti più vari, le dichiarazioni di schieramento da una parte o dall’altra fanno di Immuni un interessante caso di studio di “collasso fiduciario”.
Critici e sostenitori, politici ed esperti, informatici e giuristi, da oltre un mese si affrontano preventivamente su quali dovranno essere le caratteristiche di una simile applicazione. Ognuna di queste dissertazioni ottiene, a ben vedere, il medesimo effetto: intacca, millimetro dopo millimetro, come fosse il cucchiaio dell’ergastolano che incide la parete della cella, il rapporto fiduciario che nelle democrazie rende possibili le scelte di interesse collettivo.
Poco importa che le critiche siano puntuali o assurde, che i soggetti dichiaranti siano competenti o perfetti ignoranti in cerca di visibilità, politici incaricati di leggere un documento del quale non comprendono il senso o cattedratici prestigiosi che – come si addice alla loro reputazione – “avrebbero fatto diversamente”; il punto rilevante, dentro un contesto di oggettiva enorme difficoltà, è che in una classe dirigente nella quale dominano il sospetto e la scarsa considerazione per l’altro, il punto di sintesi fra posizioni divergenti sarà impossibile da trovare. E l’interesse collettivo finirà travolto da superficialità di pensiero o, al contrario, da dissertazioni accademiche raffinate quanto inutili.
Come sarà possibile allora mettere assieme desideri elementari di lotta al coronavirus evitando rischi che non desideriamo correre, compreso quelli sulla privacy dei cittadini? La risposta è apparentemente semplice: fidandosi della classe dirigente. Scommettendo sulle sue competenze e, soprattutto, sulle sue aspirazioni democratiche così simili alle nostre.
Se questo non risulterà possibile, e francamente osservando la caratura dei soggetti in campo qualche dubbio al riguardo ogni tanto sembrerebbe più che lecito, Immuni sarà quello che si appresta ad essere, vale a dire un piccolo topolino di inutilità circondato da tonnellate di parole bellissime, terribili e inutili. Che sono, le parole senza i fatti, il nostro vanto nazionale fin dalla notte dei tempi.