Una domanda per Matteo Renzi
Ho una domanda per Matteo Renzi. Una domanda sola, da un suo possibile elettore alle prossime primarie del PD. La domanda è: Matteo, chi sta pagando la tua campagna per le Primarie?
La ragione della domanda – Matteo lo dico senza giri di parole – è che sempre più spesso sento dire in giro, da persone che stimo e che sono addentro alle sacre stanze, che fra i finanziatori della campagna per le tue Primarie ci sia Comunione e Liberazione. È vero? Non è vero? Io non lo so. Vorrei saperlo.
Se fosse vero, per il tuo prossimo elettore che è in me, sarebbe una variabile impossibile da ignorare. Nulla di troppo personale nei tuoi confronti: è solo che CL io vorrei continuare a tenerla ben oltre i sei gradi di separazione. E come me, temo, anche altri.
C’è poi una seconda questione collegata a questa incertezza: la trasparenza non è una bandiera che possiamo sventolare solo quando ci fa comodo. Così io apprezzo molto il successo del sito web adessopartecipo.it dove molti italiani pagano volentieri la benzina al camper che ti porta in giro per l’Italia. Mi piacciono anche i continui accenni agli open data, alla necessità di usare il web per informare i cittadini sulle spese dei pubblici amministratori e per raccogliere proposte utili al governo; registro con interesse perfino i tuoi frequenti accenni alla cancellazione del finanziamento pubblico ai partiti. Nel frattempo però tu cosa fai al riguardo? Metti on line i nomi di chi ti ha mandato 5 euro via paypal dietro un banner sul tuo sito dal titolo ”Trasparenza sui finanziatori”? Suvvia.
Amici che sanno far di conto e capiscono di marketing molto più di me mi dicono che la tua campagna per le Primarie avrà costi vivi per alcuni milioni di euro: chi metterà questi denari? Con quali soldi pagate gli affitti degli auditorium del tour, gli stipendi dello staff, la stampa dei manifesti, i siti web, la presenza sui social media? La benzina del camper quella no, quella la pagano i sostenitori, che dio li abbia in gloria, ma il resto?
Nell’unica intervista di un certo spessore al riguardo pubblicata recentemente da Il Fatto Quotidiano, il tuo avvocato e tesoriere Antonio Bianchi, incalzato al riguardo, è stato purtroppo molto vago e un po’ smemorato. E come spesso accade in questi casi ha invocato superiori normative sulla privacy che impedirebbero la pubblicazione dei (grandi) finanziatori della tua campagna. Si tratta di un problema molto semplice da superare se si hanno davvero a cuore velocità e trasparenza. Non serve – come sostiene Bianchi – una istanza al Garante della Privacy, figuriamoci. Una liberatoria e una penna sono sufficienti e consentirebbero di pubblicare sul web i nomi di chi aiuta la tua elezione a candidato Premier del PD senza passare per adoratori della peggior burocrazia. Chi invece preferisce starsene a giocare al burattinaio dietro le quinte, come è accaduto quasi sempre fino ad oggi, non lo si potrebbe lasciare placidamente a Fondazioni come Italiani Europei? Oppure archiviamo D’Alema ma ne manteniamo metodi ed abitudini?
Essere trasparenti, in politica come altrove, porta con sé un prezzo da pagare. Specie se si inneggia al potere salvifico di Internet un giorno sì e l’altro pure. Fino ad oggi questo prezzo, Matteo, hai scelto di non pagarlo. Aspetto fiducioso notizie sui finanziatori della tua campagna: ho un mio, annoso e personalissimo problema coi ciellini e mi piacerebbe risolverlo. Insomma, come disse l’amato indeciso, non sei tu, sono io.
Aggiornamento: il giorno dopo Matteo Renzi ha risposto alla domanda.