Logopedia

È notizia di ieri che un partito politico italiano di prima importanza, l’UDC di Pier Ferdinando Casini, si sarebbe rivolto ad un sito web di creativi per farsi consigliare un nuovo nome per il partito. Il vecchio evidentemente non va più bene. Casini si rivolge quindi ai talenti in rete: compenso pattuito 5000 euro. Prezzi equi e contatti diretti. Astenersi perditempo.

Twitter è una società americana sulla bocca di tutti. Nemmeno quando era una delle tante sconosciute startup della Silicon Valley era gestita da ragazzotti squattrinati (uno dei fondatori è il multimilionario Evan Williams padre di una delle prime e più utilizzate piattaforme di blogging poi venduta a Google). Eppure il logo di Twitter, un elegante volatile stilizzato in vago ambiente orientale, poi diventato famosissimo (insieme alla splendida balena sollevata dagli uccellini che compare in occasione dei frequenti collassi del sito web), è stato comprato su un repository di immagini on line che si chiama iStockphoto. L’autore di quello che è poi diventato uno dei più noti loghi della rete Internet è tal Simon Oxley, disegnatore inglese che abita in Giappone. Il prezzo corrisposto a suo tempo per il logo è una cifra oscillante fra i 10 e i 15 dollari. Un affarone.

Qualche anno fa, ai tempi della sua fulminante performance in lingua inglese quando era Ministro del Turismo, Francesco Rutelli presentò il logo del vituperato sito web turistico italiano italia.it, un simbolo poi successivamente denominato “il cetriolo”. Quel logo, considerato da quasi tutti come un obbrobrio inguardabile, seguiva un bando per la sua creazione regolarmente pubblicato anche sui quotidiani italiani. Il compenso per una simile opera era fissato in un importo massimo di 100.000 euro. Soldi estratti dalla tasca del contribuente.
Probabilmente scosso dalle polemiche che ne seguirono (per il logo ma soprattutto per il sito web) appena ne ha avuto l’occasione Rutelli ha deciso di comportarsi diversamente e ne ha approfittato per rivolgersi al crowdsourcing. Anche perchè l’intelligenza delle folle, come è noto, ha spesso costi da vendita all’incanto. Così appena fondata “Alleanza per l’Italia” l’ex sindaco di Roma annunciò con enfasi che il logo del suo nuovo schieramento sarebbe stato scelto in rete. C’era tempo fino al 10 gennaio 2010 per proporre sul web idee e nuovi loghi per “la definizione della graphic identity del movimento”. Poi qualcosa deve essere cambiato visto che il 22 dicembre 2009, senza alcun preavviso e incurante del brulicare di grafici del web impegnati a disegnare il simbolo di un nuovo partito, Alleanza per L’Italia ha presentato il suo nuovo logo. Una margherita sorvolata da due api, ideata dalla società di comunicazione “The sign”. Con tanti saluti a Internet, al crowdsourcing ed ai suoi creativi.

p.s. la storia di italia.it, come è noto, ha un seguito. Il cetriolo rutelliano è stato sostituito da un nuovo simbolo presentato dal Ministro del Turismo Michela Brambilla. Anche il logo della nuova versione di italia.it, denominato Magic Italy, non sembra aver incontrato i favori del pubblico. Michele Boroni lo descrisse così:

Magic Italy odora di televendite notturne dei primi anni delle tv commerciali, di carta lucida dei volantini promozionali lasciati sul tergicristallo della macchina parcheggiata davanti allo stadio, di salumi premium price (quella bandiera italiana fa tanto Parmacotto).

Solo più tardi Il Ministro Brambilla svelò che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aveva dato il proprio apporto estetico alla creazione. Si spera, almeno, a titolo gratuito.

Massimo Mantellini

Massimo Mantellini ha un blog molto seguito dal 2002, Manteblog. Vive a Forlì. Il suo ultimo libro è "Dieci splendidi oggetti morti", Einaudi, 2020