In peggio
Domani, anche se nevica, andiamo a prendere un cane. Partiamo alle 14 perché dobbiamo essere all’allevamento alle 15,30. Io sono già nervoso perché la signora dell’allevamento ha detto al telefono, a mia moglie, che il cucciolo sarebbe meglio pagarlo in contanti. Poi sono nervoso perché prevedo che con il cane la qualità della mia vita avrà a peggiorare. Non so perché, di preciso, ma lo so. Da anni attraverso i giardinetti sotto casa per andare a far colazione al bar e ci vedo, in quel recinto fangoso senza erba, figure grigie raggruppate intorno a cani scalpitanti. Li ho sempre guardati con disprezzo, più i padroni che i cani. Niente di personale, ci mancherebbe, semplicemente un astio senza motivo. Da domani sarò come loro.
Mi chiedo com’è cominciata. Temo con un libro. È vero che i libri ti cambiano la vita. In peggio. Si intitolava Cani. Guida illustrata a oltre 300 razze di cani di tutto il mondo. Autore David Alberton. Nessuno lo aveva comperato, questo è sicuro. Semplicemente un giorno era nel soggiorno di casa mentre il giorno prima non c’era. Questo è certo. Un’indagine svolta successivamente, quando era già successo tutto, con un’accurata analisi della scena del crimine, ha appurato – è scritto a pagina in basso, accanto a una cucciolata a pelo raso – che Cani poteva essere venduto esclusivamente in abbinamento a Il Resto del Carlino, Il Giorno o La Nazione. Quotidiani forse rispettabili, ma mai acquistati. Allora perché Cani si è manifestato a domicilio? Poi è scomparso di colpo, così come era arrivato. Nessuno ci ha fatto caso. Solo dopo si è capito che se ne era impossessata Giulia, 11 anni e mezzo al momento del fatto. A 12 e qualche mese era già troppo tardi. La minore lo aveva completamente assorbito. Sapeva tutto sui cani. Distingueva tra il cane della Serra di Estrela – mole imponente e abbaiata impressionante – e il Rafiero do Alentaio, cane dal corpo possente non dissimile dal San Bernardo. E quel sapere non lo teneva per sé. Lo raccontava a tutti. Mai più di venti volte al giorno, per carità, ma tutti i giorni. Era dura, ma la si poteva ancora sfangare. Poi la ragazza ha investito la vaghezza settimanale per comprare una altro libro. Uno di famiglia. Per una vita ricca di soddisfazioni con il vostro cane. Autori – che dio li maledica – Cesar Millan e Melissa Peltier. Editore Salani. Maledizioni anche a lui. Per lei sono stati “I 15 euro meglio spesi della mia vita”. Per noi, il resto della famiglia, l’inizio della fine.
Perché poi ha cominciato a chiederlo. “Prendiamo un cane?” Lo ha fatto per un anno, educatamente, le va riconosciuto, e mai per più di trecento volte al giorno. Sulla sua determinazione si sono infrante le articolate argomentazioni della famiglia: stiamo in un appartamento, siamo in città, siamo sempre fuori, il cane starebbe ore da solo e diventa scemo, il cane perde il pelo, il cane bisogna portarlo fuori anche se piove, e quando andiamo in vacanza il cane dove lo lasci, e non che poi cresci e ti trovi un fidanzato e del cane te ne freghi e lui ci soffre, eccetera, eccetera, eccetera.
Io ho anche provato a metterla giù dura. Per sancire il valore ultimo dell’autorità paterna. “Prendiamo un cane?” “No”. “Perché?” “Perché no”.
Non è servito. Alla fine abbiamo ceduto. Per sfinimento, per ammirazione di tanta determinazione, per poterci dire che per i figli abbiamo fatto anche questo, perché non l’abbiamo mai vista desiderare qualcosa con tanta costanza. Per tutti i libri sui cani che ha letto dopo. E ne ha letti molti.
Così domani andiamo a prendere il cane. Si chiamerà Raska o Zam, questo non è ancora deciso. C’è ancora tempo. Ma la mia vita cambierà. Per colpa di un libro. In peggio. Coraggio.