Sbilenco
Non mai, credo, l’ignoranza e la vanità nostrale si vagheggiarono più beate di sé seco stesse in una raggiera di spropositi, di quello abbian fatto in due pagine del critico milanese [Giuseppe Rovani]; dove il disordine del ragionamento non è agguagliato se non dal corso cieco e furioso delle smilze e sbilenche ed orbe cognizioni di storia letteraria.
(Giosuè Carducci, A proposito di certi giudizi intorno ad Alessandro Manzoni, in Bozzetti critici e discorsi letterari, Livorno, coi tipi di Franc. Vigo, 1876, pp. 297-360, a p. 350)
Un discorso, un testo, un ragionamento sbilenco è mal costruito o mal fatto, non fila o non regge: è zoppicante o traballante, incoerente o difettoso (come il sapere del Rovani, giornalista, critico d’arte e scrittore, nel giudizio carducciano). Definirlo illogico, sconclusionato, insensato è esagerare un po’ (come pure ritenerlo frutto di una mente squilibrata, dissennata o squinternata), e anche il livello di bislacco o di balzano, di strambo, sgangherato o strampalato [→ bizzarro] è solo rasentato, sfiorato appena.
Un tavolo, un mobile o uno sgabello sbilenco è un tavolo, un mobile o uno sgabello storto: pende da un lato, magari perché ha una gamba più corta delle altre; un individuo sbilenco cammina storto, e se è lesionato, o affetto da una qualche menomazione, è uno sciancato. Un’andatura sbilenca, però, è cosa un po’ diversa da una sghemba. L’interessato va “storto” in entrambi i casi, ma nella prima andatura zoppica e nella seconda, anziché tirar dritto, si muove ondeggiando – obliquamente, a sghimbescio, a zig zag –, un po’ al modo di un ubriaco; una strada, una rotta, un corso d’acqua sarebbero dunque propriamente sghembi (‘sinuosi’, ‘tortuosi’, ecc.), sebbene in passato non siano mancati esempi – anche recenti, e letterari – che li abbiano dati per sbilenchi. È accaduto qualcosa di analogo al sistema di relazioni fra sbilenco e sbieco; un oggetto o una superficie (orizzontale o verticale) non in squadra, posti di traverso rispetto a un determinato punto di riferimento, si dovrebbero dire sbiechi (alla maniera di uno sguardo, o di una rapida occhiata: guardare di sbieco), e tuttavia quadri, muri o pavimenti storti sono stati dati tante volte, anche qui, per quadri, muri o pavimenti sbilenchi.
Sbilenco è attestato a partire dal Seicento (più antico bilenco: Pataffio, sec. XIV). Di probabile provenienza germanica, longobarda o francone (*link ‘sinistro, mancino’; ted. link ‘id.’), il termine potrebbe essersi formato anche col contribuito del prefisso latino bis-, dal valore rafforzativo. C’è chi ha pensato all’intermediazione dell’ant. fr. bellinc, cui si sarebbe poi aggiunto un altro prefisso intensivo (s-); chi ha fatto partire tutto da balengo (‘sciocco, balordo’), molto diffuso nell’Italia del Nord; chi ha individuato invece in balengo il punto d’arrivo, e in bilenco quello di partenza. Pare proprio quest’ultima l’ipotesi più probabile: bilenco avrebbe significato prima ‘storto’ (= ‘sinistro’), per contrapporlo a ‘dritto’ (= ‘destro’), quindi ‘incoerente’ e, infine, ‘stupidotto’ o ‘scemotto’ (balengo).
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Vi ripropongo l’elenco delle 30 parole “da salvare”, che abbiamo immaginato qualcuno avesse deciso di cancellare prima del tempo, e vi invito a salvarne una. Fate la vostra scelta nei commenti qui sotto (potete esprimervi una sola volta; se farete una seconda scelta, o una terza, una quarta, ecc., verrà considerata soltanto la prima) e accompagnatela con un commento sul motivo per il quale salvereste proprio quella parola. Nel corso della quarta edizione di Parole in cammino (il Festival della Lingua italiana e delle Lingue d’Italia: Siena, 1-5 aprile 2020), in cui lanceremo la Notte della Lingua Italiana (il 3 aprile), premieremo le motivazioni più belle. Io spiegherò intanto via via le 30 parole, una a settimana.
- abulico
- afflizione
- arguto
- becero
- bizzarro
- blaterare
- caustico
- coacervo
- corroborare
- deleterio
- elucubrare
- fedifrago
- fosco
- giubilo
- illazione
- intrepido
- laconico
- magnanimo
- mendace
- nugolo
- ondivago
- preambolo
- riottoso
- sagace
- sbigottire
- sbilenco
- solerte
- sporadico
- uggioso
- veemente