Afflizione
Nell’autunno del 2011 sottoposi un test a 196 matricole universitarie dell’ateneo di Cagliari. Nel test si chiedeva di indicare uno o più sinonimi di 30 parole un po’ difficili, ma tutt’altro che uscite dall’uso, e di provare a contestualizzarle: gli studenti dovevano scrivere una frase contenente il termine richiesto. Alcuni casi fra i più curiosi interessarono afflizione: una matricola ne individuò un sinonimo in offesa, un’altra in imposizione e una terza, confondendo il termine con affissione, optò per pubblicazione e produsse quest’esempio esilarante: «L’afflizione dei nuovi manifesti».
Afflizione è un nome di origine latina (lat. afflictio ‘abbattimento, disgrazia, tormento’, derivato di affligĕre ‘abbattere, scoraggiare, rovinare’) e indica una via di mezzo fra i più lievi tristezza o mestizia e i più forti sofferenza o tribolazione, cordoglio, patimento o tormento (più forti ancora strazio o crepacuore). Il cordoglio è la manifestazione dell’intenso dolore che ci avvicina e ci fa stringere in un abbraccio ad altri (familiari, amici, cittadini di una nazione, ecc.) e si prova perciò insieme a loro, in conseguenza di un lutto o di una sciagura: il cordoglio per la morte di un parente caro; il cordoglio per le vittime di un attentato. La sofferenza suggerisce l’idea di un profondo radicamento nel corpo o nella mente, tale da rendere il trauma o il dolore più fisico che emotivo; un dolore intenso e di lunga durata e di cui, se la pena che si prova (per una disgrazia, la perdita di una persona cara o altro) è interiore, possono talora sfuggire le ragioni più intime. L’afflizione, fondata a sua volta su un dolore o un malessere grave e prolungato nel tempo, è soprattutto di natura immateriale, che si tratti di una condizione di carattere morale oppure spirituale.
Angoscia (e angustia) aggiunge al patimento l’ansia e la paura, mentre una forma di sofferenza più leggera di quella provata da una persona afflitta è il cruccio, che contiene in sé una miscela di risentimento e di tormentata preoccupazione. Pena è invece espressione di una condizione di sofferenza più intensa o impegnativa rispetto a tristezza, come affanno o magone (di origine settentrionale), ma non siamo nemmeno stavolta di fronte a un sinonimo preciso di afflizione; una pena, rispetto a quest’ultima, appare più sopportabile e passeggera:
Pena è l’impressione del dolore più o men forte; afflizione, l’abbattimento che viene da pena assai viva […] Le pene son piccole o grandi, secondo la sensibilità; l’afflizione è grave o leggera, secondo la forza dell’animo. Non sempre l’afflizione è in ragion delle pene. La pena è sovente effetto di fantasia; onde la frase: pigliarsi, prendersi pena […]. – Afflizione è più. L’afflizione abbatte; la pena contrista (Nuovo dizionario dei sinonimi di Niccolò Tommaseo, Firenze, presso Gio. Pietro Vieusseux, 1838, p. 727).
L’«afflizione abbatte». Ed è proprio abbattimento (oltre ad accoramento) a esprimere il valore semantico più prossimo al significato di afflizione.
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Vi ripropongo l’elenco delle 30 parole “da salvare” lanciate la scorsa settimana, che abbiamo immaginato qualcuno avesse deciso di cancellare prima del tempo, e vi invito a salvarne una. Fate la vostra scelta nei commenti qui sotto (potete esprimervi una sola volta; se farete una seconda scelta, o una terza, una quarta, ecc., verrà considerata soltanto la prima) e accompagnatela con un commento sul motivo per il quale salvereste proprio quella parola. Nel corso della quarta edizione di Parole in cammino (il Festival della Lingua italiana e delle Lingue d’Italia: Siena, 1-5 aprile 2020), in cui lanceremo la Notte della Lingua Italiana (il 3 aprile), premieremo le motivazioni più belle. Io spiegherò intanto via via le 30 parole, una a settimana.
- abulico
- afflizione
- arguto
- becero
- bizzarro
- blaterare
- caustico
- coacervo
- corroborare
- deleterio
- elucubrare
- fedifrago
- fosco
- giubilo
- illazione
- intrepido
- laconico
- magnanimo
- mendace
- nugolo
- ondivago
- preambolo
- riottoso
- sagace
- sbigottire
- sbilenco
- solerte
- sporadico
- uggioso
- veemente
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