Bordelli, stadi e discoteche
Voglio provare a vedere se questa serie di paragoni regge.
1) Nei bordelli ci sono le buttane. Ci sono le buttane e basta: se vai in un bordello, 99 su 100, è per le buttane (l’1 per cento cercava un laboratorio analisi e ha sbagliato indirizzo). I bordelli, in Italia, sono illegali, dunque già l’esistenza di un bordello è reato, e chi entra in un bordello sa che sta commettendo un illecito dentro un luogo concepito appositamente per gli illeciti.
Andare dalle buttane può a buon titolo rientrare nella macro categoria dell’intrattenimento, nel senso che per molti, pur non essendo legale, è divertente, e recarsi presso un bordello può essere ritenuto un bel modo di trascorrere una serata, seppure una serata illegale.
Al divertimento (illegale) associato al consumare sesso presso una buttana, alcuni individui amano accostarne un altro (anch’esso illegale) associato al consumare sostanze che in qualche modo sublimano l’esperienza di trovarsi in compagnia di una buttana: vasodilatatori come Cialis e Viagra (dunque farmaci legali se utilizzati per scopi terapeutici, impiegati invece a scopo ludico-ricreativo) o droghe ritenute pesanti, magari dall’effetto euforizzante, come la cocaina. In pratica, a una forma di divertimento illegale, alcuni abbinano una seconda forma di divertimento illegale, rendendo di fatto il bordello un luogo illegale in cui ci si reca, senza eccezioni, per commettere uno o più illeciti.
2) Allo stadio ci sono le partite di pallone. In grandissima percentuale, le persone si recano allo stadio per assistere alla partita, una partita legale all’interno di una struttura legale (lo stadio).
Anche andare a vedere le partite di pallone rientra nella macro categoria dell’intrattenimento, nel senso che parecchia gente ritiene che osservare per 90 minuti 22 uomini in mutande mentre rincorrono una palla in mezzo all’erba sia un bel modo di trascorrere un pomeriggio.
Pur tuttavia, allo stadio (luogo legale, deputato allo svolgersi di attività sportive legali) si recano anche individui intenzionati a commettere illeciti (scassare a legnate altri individui, buttare motorini giù da una curva addosso ad altri individui, accoltellare altri individui, vandalizzare e/o divellere qualsiasi cosa possa essere vandalizzata e/o divelta, appiccare roghi e incendi, danneggiare auto in sosta o vetrine lungo il percorso, uccidere componenti delle forze dell’ordine, associarsi in comitati – proibiti dalla costituzione – volti a promuovere l’ideologia fascista).
Diversamente da un bordello, luogo in cui tutto il divertimento a disposizione è di natura illegale, lo stadio presenta un duplice ordine di divertimenti: uno di natura legale, e un altro di natura illegale. Ciò pone ai gestori un problema di non facile risoluzione: fare sì che all’interno dello stadio l’unico divertimento possibile sia quello legale, impedendo quello illegale. Al momento, alcuni paesi sembrano esserci riusciti (la pressoché totalità dei paesi civilizzati), altri sembrano avere fallito ogni tentativo (l’Italia e qualche dittatura sudamericana). Ragionando senza dati in mano, andando quindi a occhio, in virtù di questa convivenza al suo interno tra due tipi di divertimento differenti (legale e illegale) lo stadio sembrerebbe essere la prima – per numero di frequentatori – delle zone miste: pur non essendo sostenibile che TUTTA la gente vada allo stadio per ammazzarsi a legnate, rimane probabile che lo stadio sia il luogo in cui ALCUNE PERSONE si recano GIÀ ORGANIZZATE E IN GRUPPO per ammazzarsi a legnate. Più o meno significa che SENZA CALCIO, IN UNO STADIO non ci sono gruppi organizzati che si fronteggiano pubblicamente ricorrendo alla violenza: non si danno convegno all’Auchan di sabato pomeriggio, e nemmeno in chiesa per la messa della domenica mattina, si danno convegno unicamente allo stadio e IN OCCASIONE DI UNA PARTITA DI CALCIO (per tutte le altre manifestazioni sportive – o che si tengono in uno stadio, come i concerti rock – il tasso di scontri violenti è molto più basso). Si può quindi dire che per un certo numero di individui, il divertimento (legale) associato all’assistere a una partita di pallone trovi una sua sublimazione in abbinamento a quello (illegale) associato al praticare violenza su altri individui o danneggiare l’ambiente circostante.
3) Nelle discoteche c’è la musica a 140 bpm. La musica a 140 bpm (come del resto tutta quanta la musica, perfino quella neomelodica) è legale. Di base, la gente ci va per quella, con un corollario di servizi aggiuntivi, anch’essi legali: somministrazione di bevande alcoliche (legali), performance di ballerini/e, performance di artisti visuali/concettuali (purtroppo anch’esse legali), spettacoli di arte varia.
Anche ballare sulla musica a 140 bpm rientra nella macro categoria dell’intrattenimento, nel senso che per alcuni componenti del genere umano farsi fare i buchi nella testa da un martello pneumatico sonoro è considerato un modo piacevole di spendere la nottata.
Come lo stadio, anche la discoteca è una zona mista, e un certo numero di persone vi si reca per godere di un intrattenimento di tipo legale (musica, alcol, performance varie), associato a un altro di tipo illegale (consumo di droghe sintetiche). Come accade per lo stadio, pur non essendo sostenibile che TUTTA LA GENTE vada in discoteca per calarsi l’inferno, rimane probabile che la discoteca sia il luogo elettivo per darsi convegno allo scopo di calarsi l’inferno: i consumatori di mdma non si danno convegno all’Auchan di sabato pomeriggio, e nemmeno in chiesa per la messa della domenica mattina. Si può quindi dire che per alcuni individui, il divertimento associato alla musica a 140bpm (legale) trovi la sua sublimazione in abbinamento con quello associato al consumo di droghe sintetiche (illegale), similmente a quanto accade allo stadio per il binomio pallone (legale)/mazzate (illegali) e diversamente da quanto accade dentro al bordello per il binomio buttane (illegali)/cocaina (illegale).
Non sono un frequentatore di bordelli, ma se mi immagino in quella situazione mi pongo subito in uno stato d’animo che con le dovute cautele potrei definire “trasgressivo”. Uso le virgolette perché non so bene quanto sia trasgressivo andare dalle buttane, magari tirando di naso, però il fatto che queste due piacevolezze si pongano già di per sé al di fuori delle attività consentite dalla legge, semplifica molto la mia ottica (non si può andare in un bordello e io lo sto facendo, derogando da una norma e ponendomi quindi come punibile, consapevole che da questo mio comportamento illecito possono scaturire conseguenze poco gradevoli, e liberamente scegliendo di rischiarle) e semplifica molto anche l’ottica attraverso cui devono guardare a questo mio comportamento i miei governanti/tutori dell’ordine pubblico/amministratori locali (se questi vengono a conoscenza dell’esistenza di un bordello, procederanno a chiuderlo e stop). Insomma, la situazione è chiara: il cittadino italiano si è volutamente privato (i governi che egli ha votato hanno deciso che tale privazione era tollerabile e favorevole al benessere dei più) della liberà di divertirsi andando dalle buttane.
Non frequento neanche gli stadi e le discoteche, ma sembra abbastanza evidente che il vero rompicapo riguardi questo tipo di zone miste: è là che si capisce quanto siamo organizzati, quanto cioè, come società che si è data un certo tipo di indirizzo (democratico), siamo in grado di essere liberali, libertari e forse anche libertini.
Essendo stadi e discoteche zone di divertimento misto (legale e illegale), bisogna trovare il modo di garantire il divertimento a chi vuole usufruire di queste due strutture e di questi due tipi di divertimento legale senza commettere illeciti. Chiudere gli stadi o le discoteche non sembra una misura sensata: equivale ad arrendersi, ad ammettere che libertà e legalità non sono compatibili e che lo stato deve decidere al posto tuo cosa ti piace fare e come ti piace divertirti. Chiudere uno stadio o una discoteca sembra anche abbastanza assurdo: li stai trattando esattamente come un bordello, con la differenza che ciò che si fa dentro uno stadio (guardare il calcio e tifare per una squadra) e dentro una discoteca (ballare e bere) non sono attività illegali.
La misura di quanto un paese sia amministrato in maniera efficiente e di quanto la sua popolazione sia matura per la democrazia potrebbe avere a che vedere con il modo in cui questo rompicapo viene volta a volta risolto: volta a volta perché vista la natura doppia di alcuni luoghi e dei loro fruitori, anche chi come me non li frequenta si rende conto che non c’è una soluzione definitiva (tipo “tolleranza zero contro lo sballo”), e che i rimedi andranno tarati a seconda dei tempi, adattandoli al costume e allo stile di vita (oltre che alle tecnologie disponibili), e alle situazioni sempre nuove – e per fortuna imprevedibili – che il desiderio di divertirsi, unito al gusto personale di ogni essere umano, finirà per creare.