Il web, nello specifico

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Alcuni riescono a farla solo nei luoghi pubblici, altri solo in quelli privati, altri ancora soltanto a casa loro. Questi ultimi sono accomunabili ai dializzati: gente che è priva di farsi un viaggio, un fine settimana, un progetto erasmus, una trasferta di lavoro. Sono ripercussioni che di primo acchito non si valutano, ricadute di cui non si tiene conto, che si liquidano con leggerezza, con una battuta triviale, con un risolino trattenuto. Però la vita è così, le decisioni vengono prese sulla base di tic, idiosincrasie, piccole manie, fissazioni. Grandi carriere stroncate dalla scarsa propensione a cacare in un cesso diverso da quello di casa propria.

L’ingegner Caz dei Tali, assunto dalla multinazionale Pinco Ciolla, sforna progetti all’avanguardia e tecnologie innovative, ha idee brillanti per gestire il personale d’azienda, raggiunge obiettivi, è un rivoluzionario, uno che è stayato foolish, che pensa laterale, obliquo, sottosopra, solve il problem, maneggia il team, briffa il supervisor. Però i viaggi di lavoro, no, non li può sopportare: al massimo un giorno, poi la costipazione gli comprime anche il cervello. Sta male, si gonfia, gli si gonfiano i pensieri, perde lucidità, non si concentra, il product resta privo di design, non outsoursa, non fundraisa, perde l’exclusive, non ce la fa, sogna solo il momento in cui rimetterà piede nel suo appartamento, si spoglierà nudo e si siederà sulla tazza con la Gazzetta dello sport del giorno prima spalancata davanti agli occhi.

Si aprono spiragli di carriere imprevisti per il suo collega meno brillante, meno autorevole, meno innovatore, meno rivoluzionario, meno performativo. Però capace di sedersi in un angolo qualunque di un qualunque vicolo di una qualunque città cinese, russa, indiana, filippina, taiwanese, fare quello che deve fare, pulirsi col primo volantino promozionale trovato per terra e salire sul prossimo risciò per raggiungere il meeting.

O magari chi farà carriera sarà uno stitico. Uno che vive la sua fortuna come se fosse una condanna. Uno che maledice i suoi intestini ogni giorno, che mangia la crusca d’avena, e va avanti a prugne secche e bifidus attivo, che ogni tanto ha delle crisi di sudori freddi che sembrano annunciargli una specie di collasso imminente, di evacuazione totale dell’edificio per pericolo di crollo, e poi invece si mette a sedere e non era niente, l’ennesimo falso allarme. A scalare i vertici aziendali sarà questo qui, l’ingegner Spacchiotto, che si porta dentro tutto ciò che avrebbe dovuto buttare via, che se ne va in giro pieno di scorie non smaltite, di scarti che imputridiscono, di materiale di risulta che si accumula in montarozzi sempre più alti e sempre più compatti, dove a ogni tappa del viaggio cominceranno a brulicare vermi, scarafaggi, sterpaglie, e poi bisce, topi, funghi velenosi.

L’amministratore delegato, il dottor Scoppolatura, non ne sa niente. Come fa a sapere dove, come e quanto caca il suo sottoposto? Eppure le sorti della multinazionale sono affidate e rette da uno così. Oppure da quell’altro, l’ingegner Frischitto, quello che la fa dove capita: un individuo senza scrupoli, uno di quelli che decide di trasformare in discarica un angolo qualunque di territorio, uno che è capace di fare tutto all’impiedi, alla turca, che pur di liberarsi di ciò che lo opprime non guarda in faccia nessuno, insudicia ceramiche linde di ristoranti e hotel di lusso, peggiora la sozzura di latrine pubbliche in cui nessuno mette piede da giorni, concima aiuole di giardini comunali, fa bestemmiare gli addetti alle pulizie di centri commerciali e aeroporti, provoca il vomito dei capostazione e dei pendolari muniti di abbonamento, uno che colpisce e scappa via, sempre a tradimento, sempre impunito, ineffabile, nocivo, molesto, la classica persona che fa tre docce al giorno e mette solo camice fresche di bucato ma ha la casa con i muschi, i licheni e certe muffe che Pasteur ci scoprirebbe il vaccino per l’AIDS e pure quello per il cancro.

Contratti, accordi internazionali, forniture, appalti, servizi, concessioni, cessioni, lasciti, fondazioni, potrebbero essere nelle mani sbagliate di gente che non caca o che caca male. L’ingegner Caz dei Tali lo ha capito. E ha votato cinque stelle. Grillo ha ragione. La cosa che può veramente salvare questo mondo è il telelavoro.

Mario Fillioley

Ho tradotto libri dall'inglese in italiano. Poi ho insegnato italiano agli americani. Poi non c'ho capito più niente e mi sono messo a scrivere su un blog con un nome strano: aciribiceci.com