Il viale intitolato a Rita Levi-Montalcini
Il campus di Human Technopole si sviluppa attorno all’edificio simbolo dell’Italia all’Expo 2015, un palazzo speciale, che porta il nome del nostro paese. Oggi questa è la sede di un nuovo centro di ricerca di scienze della vita, basato sulla genomica e i big data; infrastruttura aperta, di larga scala, con tecnologie di ultima generazione che finora l’Italia non aveva.
Human Technopole si sta popolando rapidamente di scienziati che stanno venendo da tutto il mondo, dall’America, dal Giappone, dalla Gran Bretagna, dalla Germania e da molti altri paesi. È quindi arrivato il tempo di dargli un nuovo indirizzo, per poterlo trovare!
Sta così prendendo forma il nostro nuovo quartiere, MIND, che sta sorgendo attorno all’Albero della Vita, portando avanti nel modo più concreto e reale la legacy di apertura, diversità, centralità della persona, crescita, che era il messaggio dell’Expo e oggi i nostri valori.
Sono riconoscente al comune di Milano e a tutti i partner MIND di aver raccolto e fatta propria la nostra proposta di intitolare il viale su cui affaccia la sede della nostra istituzione di ricerca a una delle scienziate italiane più note e riconosciute in uno dei campi in cui si sviluppa la ricerca della nostra Fondazione.
È stato allora naturale fare crescere l’idea di valorizzare, nei nomi delle strade del nuovo quartiere, figure di scienziati, ricercatori e innovatori con una attenzione particolare alle figure femminili, spesso meno riconosciute.
Tendiamo a pensare alla presenza femminile nei luoghi importanti, dalla politica, all’accademia, all’economia, come un fatto recente, figlio di battaglie sociali e progresso culturale, qualcosa che era meno comune in passato. In parte questo è certamente vero. Ma è anche vero che le donne ci sono sempre state, con contributi fondamentali, ma hanno spesso subito una sistematica azione di occultamento a favore dei loro colleghi uomini.
Accanto a Rita Levi-Montalcini, che ha visto riconosciuto universalmente il proprio valore e il cui nome pronunceremo con orgoglio ogni volta che dovremo dare l’indirizzo di Human Technopole, ci sono figure altrettanto grandi, ma tenute nell’ombra. Penso alla biochimica Rosalind Franklin, che sarà la nostra prossima proposta per una strada che sta per essere completata, il cui lavoro è stato fondamentale per la scoperta della struttura del DNA che tuttavia è valso il Nobel solo ai colleghi Crick e Watson.
Si chiama effetto Matilda il fenomeno per cui, specialmente in campo scientifico, il risultato del lavoro di ricerca compiuto da una donna viene in tutto o in parte attribuito a un uomo.
Io sono convinto che faccia parte del lavoro culturale di un grande centro di ricerca come Human Technopole e, in senso più ampio, di istituzioni dedicate all’innovazione come quelle del nuovo distretto MIND, impegnarsi anche nel restituire correttamente l’enorme contributo femminile alla storia della scienza e dell’innovazione tecnologica.
Nella società frammentata di oggi, che ci vede molto isolati e con sempre meno luoghi di confronto collettivo, il compito di un ricercatore e di istituzioni innovative come le nostre, non può infatti limitarsi al compito pur fondamentale di fare bene il proprio lavoro. È anche necessario farsi carico di un dialogo costante, diretto e orizzontale, con il resto della società. Per costruire e ricostruire ogni giorno le riserve di fiducia di cui abbiamo molto bisogno. Fiducia tra le persone, fiducia verso la scienza e l’impatto positivo che ha avuto e che continua ad avere sulla nostra vita.
(Dal discorso che ho pronunciato in occasione della cerimonia di intitolazione delle prime strade del quartiere MIND di Milano, già sede dell’Esposizione Universale 2015)