Idoli di latta
Vorrei commentare con sobrietà la proposta del ministro Meloni, accolta con apprezzamenti positivi dall’opposizione, di modificare la Costituzione per consentire l’elezione alla Camera al compimento del 18esimo anno e al Senato al compimento del 25esimo anno, mentre ora i limiti di età sono rispettivamente di 25 e 40 anni.
Questa proposta è una buffonata indecorosa. Mi astengo dall’estendere questo giudizio e le sue implicazioni al fatto che è la prima proposta che io ricordi a suscitare un plauso unanime della classe politica. Voglio invece sottolineare come si tratti di una misura di per sé assolutamente inutile dal punto di vista strutturale e degli effetti reali. Innanzitutto, la probabilità che qualche deputato diciottenne o qualche senatore trentenne possano alterare il comportamento legislativo delle camere, dunque avere effetti concreti, è vicina allo zero, sarebbero comunque una pagliuzza nel mare. Secondo, la possibilità che questo possa mutare la rappresentatività degli eletti è altrettanto vacua, specialmente in presenza della attuale legge elettorale che affida la composizione delle camere alla nomina dei candidati in un rigido ordine di eleggibilità da parte di un pugno di leader, legge elettorale approvata dal centrodestra e non modificata nei due anni del centrosinistra.
E’ chiaro che un provvedimento del genere avrebbe un risultato solamente simbolico, di una classe politica che vuole dimostrare, accanto ai fatti, in maniera appunto simbolica, la propria apertura al futuro rappresentato dai più giovani tra gli adulti di una popolazione. Ma senza i fatti, e fatti negli ultimi quindici anni non ci sono stati – anzi, ci sono stati e sono tutti sistematicamente andati nella direzione opposta – i simboli diventano idoli di latta che coprono di ridicolo chi li costruisce, chi li sostiene e chi li applaude.