Il guaio con la Romania
Un po’ di anni fa alcuni avvenimenti internazionali furono l’occasione di una riflessione preziosa e precoce intorno al valore della democrazia, valore che siamo abituati a considerare indiscutibile, pur con tutte le battute attribuite a Churchill o attenuazioni simili. Era successo che c’erano stati degli interventi militari in paesi a maggioranza musulmana che avevano deposto dei regimi di islamismo fanatico o che ne avevano impedito l’affermazione, affermazione avvenuta o prevista però attraverso l’applicazione delle regole democratiche: le persone che vanno liberamente a votare ed esprimono il loro giudizio su chi vorranno che le rappresenti. In quel caso, movimenti fanatici e liberticidi. Governi e persone delle democrazie consolidate avevano quindi accolto con sollievo quegli interventi militari antidemocratici, per giustificatissimi timori della direzione autoritaria e retrograda che il fanatismo religioso – eletto dalla popolazione – avrebbe imposto in quei paesi. (Segue)