Sei impressioni sul Giappone
Prima di andarci, non sapevo quasi nulla del Giappone. I samurai, il sushi, i manga, le geishe: questo genere di cose. Ora ne so un po’ di più, anche se si tratta di molte impressioni e poche certezze.
1. Scrivendo dal Giappone negli anni Ottanta, Tiziano Terzani diceva «qui ho visto come sarà il futuro, e non mi piace per niente». Oggi il Giappone non dà l’impressione di mostrare come sarà il nostro futuro, ma piuttosto di mostrare come avrebbe potuto essere il futuro e come invece non è stato. Ci sono certamente segni e pezzi di modernità e di avanguardia, ma convivono con segni, oggetti e modelli decisamente datati. Il futuro è altrove, a occhio.
2. Non si notano forti differenze sociali, sembra che predomini una vasta e indistinta classe media. La casa e l’abbigliamento di quello con la Porsche sono quasi identici alla casa e all’abbigliamento di quello con la Mazda (certo, poi uno guida la Porsche e l’altro no). Differenze di reddito poco evidenti e sostanziale assenza di immigrati producono l’impressione di un’uniformità sociale molto maggiore rispetto all’Europa o agli Stati Uniti.
3. Tokyo è una città sterminata, eppure è una città di una quiete stupefacente. Edifici bassi, strade tranquille, traffico scarso, rumori rari: uno quasi si dimentica di trovarsi in una metropoli immensa. Le stazioni di Tokyo sono tra le più grandi del mondo, eppure anche all’ora di punta tutto funziona in maniera straordinariamente fluida e tranquilla. I flussi pedonali sono ordinatissimi: tutti sempre a sinistra, tutti in fila, nessuno che corre.
4. Non mi meraviglierei se in giapponese la parola «imprevisto» non esistesse nemmeno. L’impressione è che tutto sia già stato previsto, organizzato, pianificato e che niente e nessuno possa essere lasciato nel dubbio. C’è una sovrabbondanza di indicazioni su come muoversi e cosa fare in qualunque situazione uno si trovi, dai musei ai bagni pubblici. E ci sono pure persone che di lavoro segnalano le buche nel marciapiede, non sia mai che uno non se ne accorga.
5. La Francia occupa un posto privilegiato nell’immaginario giapponese, molto più che gli Stati Uniti o l’Italia. Sono la Francia e tutto ciò che è francese a predominare nei nomi dei prodotti, nell’iconografia, nella cucina etnica; ci sono repliche di edifici francesi e trasmissioni sulla Francia in televisione. L’unica eccezione è la musica: rispetto alla musica francese il jazz e la bossa nova vanno molto più forte.
6. Forse il Giappone non ci mostra come sarà il nostro futuro, ma almeno ci mostra come saranno i nostri water nel futuro, quelli sicuramente sì.