La luna e gli elefanti del re
Uno degli episodi che più viene citato a proposito del forte calo di popolarità subito negli ultimi anni dall’ex re spagnolo Juan Carlos è la sua partecipazione a una battuta di caccia all’elefante. Cacciare elefanti può essere un passatempo di dubbio gusto, e può essere inopportuno dedicarsi alla caccia mentre il proprio paese vive una grave crisi. Al di là della caccia, Juan Carlos è stato però uno dei principali promotori e garanti della transizione dalla dittatura alla democrazia in Spagna. Non si tratta di dire «la storia lo giudicherà»: non serve aspettare la storia, lo sappiamo già oggi che Juan Carlos ha svolto un ruolo fondamentale per la democrazia spagnola.
Juan Carlos non è certo il primo leader politico che compie grandi imprese e che poi si ritrova fortemente indebolito a causa di errori di tutt’altro ordine di grandezza. Willy Brandt mise in sicurezza l’Europa durante la guerra fredda, e si dimise a causa del comportamento di un suo collaboratore. Helmut Kohl riunificò la Germania, e se ne andò a causa di una storia di finanziamenti illeciti. In maniera simile, l’assegnazione del premio Nobel per la pace all’Unione Europea fu fortemente criticata a causa degli errori commessi dall’UE negli ultimi anni: errori recenti hanno finito per oscurare una cosa che da un punto di vista storico è ovvia, cioè il contributo dato dall’integrazione europea alla pace in Europa.
Naturalmente è giusto che gli errori vengano pagati: cacciare elefanti non è una grande idea, e prendere finanziamenti illeciti non si fa, punto. Bisognerebbe però riuscire a inserire queste piccole miserie in un quadro più ampio, distinguendo piani e ordini di grandezza: è un po’ la vecchia storia del dito e della luna. La tendenza diffusa a guardare il dito deriva in parte da scelte fatte dalla stampa: notizie che cambieranno il nostro futuro finiscono spesso accanto a notizie che non cambiano nemmeno il nostro presente. Una mano a mostrare la luna la potremmo dare noi storici – il problema però è che tendiamo a farlo con qualche decennio di ritardo.